La ragazza di Carta di Alessia Coppola - Blog Tour: Tappa intervista a personaggio

 


Ho il piacere di partecipare al Blog Tour dedicato al nuovo romanzo di Alessia Coppola, La ragazza di carta. Nella mia tappa mi sono divertita a intervistare due personaggi principali, Stefano e Cassandra.

Ringrazio Alessia Coppola per la disponibilità e per aver risposto alle domande. 

Vi aspetto il 2 luglio con la recensione 



L'intervista a Stefano.


•Caro Stefano, per me è un piacere poterti intervistare. Per iniziare vorrei chiederti quali aggettivi sceglieresti per descriverti. 


Molto lieto di conoscerti. Non saprei rispondere a questa domanda in maniera obiettiva. Forse potrei definirmi solitario, riflessivo e testardo.


•Tuo nonno Saverio è stato un tipografo e un editore impegnato. Quanto ha influito su di te poter trascorrere così tanto tempo con lui, nella sua tipografia?


Credo che la sua presenza sia stata determinante nella mia vita di essere umano e di autore. Sono ciò che sono grazie a mio nonno. 


•Sei uno scrittore e sai bene che tra gli inconvenienti di questa professione vi è il famoso blocco dello scrittore. C’è qualcosa che vorresti consigliare agli autori che si trovano in questa situazione?


La mia storia testimonia quanto il blocco dello scrittore possa essere impietoso e prolungato. A volte bisogna solo lasciarsi andare e assecondare il silenzio. Non ho consigli, se non quello di non forzare nulla, ma al tempo stesso di nutrirsi con ciò che ci fa stare bene. L’ispirazione arriva quando meno la aspettiamo.


•Hai scritto molti racconti e un romanzo di successo, quindi sai quanto l’ispirazione sia importante. Come nasce l’idea per un romanzo? 


Ho sempre avuto la convinzione che ogni scrittore venga al mondo con tutte le storie da scrivere  nella testa. Sono loro a scegliere il momento di venire alla luce.


Per l’ispirazione è importante viaggiare e conoscere il mondo, oppure si può restare chiusi all’interno di una stanza in silenzio e solitudine?


Non esiste un solo modo di scrivere, come di vivere. Ciascuno ha un proprio approccio, spesso differente. Per quanto mi riguarda, ho sempre trovato nella solitudine la dimensione ideale per scrivere, ma l’ho alternata sovente al viaggio. A oggi credo che servano entrambi per ritrovarsi. 


•Cosa ami di più della tua Roma? C’è stato un altro luogo che si è rivelato importante per la nascita del tuo romanzo? Se sì, quale e perché? 


Di Roma amo la sua storia, il canto delle fontane, il mormorio del Tevere, è la città di mio nonno e della mia famiglia. Un altro luogo al quale sono legato è il Salento, poiché ha ospitato la stesura del mio ultimo romanzo.


Quanto tempo trascorri davanti alla macchina da scrivere? 


A volte ore o giornate intere, dimentico di mangiare e dormire. Altre volte non scrivo per giorni. Non esiste una media e non mi piace impormi regole. La scrittura è una delle poche forme di libertà assoluta. 


•Quale rapporto hai con le bugie e la verità?


Per scelta, cerco di non mentire, benché un mio libro sia legato a una menzogna. Tuttavia, credo che per definizione lo scrittore sia un bugiardo, non dispone della realtà seconda la propria immaginazione?


In che modo l’incontro con Cassandra ha cambiato la tua vita?


Tutte le persone che incontriamo in qualche modo ci attraversano e ci cambiano. Cassandra mi ha riportato a ciò che ero, mi ha ricordato lo stupore della lettura e la passione per questo mestiere che ho finito col condividere con lei. 


Domande per Cassandra


•Cara Cassandra, è per me un vero piacere poterti intervistare. Per rompere il ghiaccio vorrei chiederti di usare degli aggettivi per descriverti. Preferibilmente solo tre. 


Il piacere è mio. Credo di essere tenace, sognatrice e curiosa.  


Tuo padre Ennio è stato il titolare di una libreria indipendente e un sognatore dal fiuto eccezionale per quanto riguarda le parole che su carta danno vita a storie indimenticabili. Quanto ha influito in te il tempo trascorso con lui? Inoltre cosa significa per te portare avanti il suo sogno? 


Mi piace credere che ognuno di noi nasca con una missione. Quella di mio padre erano le parole, le ha amate, sono diventate il suo lavoro e il ponte per attraversare distanze ed entrare nel cuore della gente che ha conosciuto. Grazie ai libri ha creato con me un legame indissolubile che non si estinguerà mai. 

Per me è importante compiere il suo sogno, perché lui non ha potuto e so che, da qualche parte, lui lo sa. 


•Cassandra, i libri raccontano anche le storie delle persone che li hanno letti e tenuti con sé. Nascondono biglietti, annotazioni, cartoline e ricordi. Per portare avanti il sogno di tuo padre hai conosciuto tante storie sulla vita di coloro che hanno avuto tra le mani quei volumi. Vorrei sapere quale, tra tutte, ti ha toccato maggiormente. 


Tra tutte, quella che mi resterà nel cuore è quella di Iole e Aurelio, perché mi hanno concesso di arrivare ad Adele, figura determinante perché io impugnassi quelle storie e ne facessi un libro.


Ci sono molti lettori che probabilmente hanno perso di recente una persona a loro cara e si trovano a dover vivere una nuova vita senza il proprio caro accanto. Quale consiglio ti senti di dare loro per aiutarli a ricominciare e a ritrovare la felicità?


Perdere una persona cara è un dolore sempre vivo, tale da poter estinguere la felicità. Ma credo che essa risieda in tutti i bei ricordi costruiti con coloro che abbiamo amato, poiché loro non ci hanno mai davvero lasciato. Inoltre, la felicità può nascondersi ovunque, in un sorriso, un’alba, noi stessi.


Che cosa ami della tua Lecce? E quale, tra tutte quelle che hai visitato per portare a compimento il sogno di tuo padre, ti è rimasta più nel cuore?


Tra tutte, le mie preferite sono state Venezia e Roma. Ho lasciato una parte di me stessa in ciascuna di esse.


Cosa significa per te restaurare un libro? Deve essere un lavoro molto impegnativo, ma anche interessante.


Credo che sia un po’ come guarire. Immagino i libri come pazienti bisognosi di cure. E, allo stesso tempo, sono loro a curare me.


•Cosa ha rappresentato e rappresenta per te la zia Fiammetta? So che lei ti è sempre stata accanto, soprattutto nei momenti più difficili.


Zia Fiammetta è stata la confidente e l’amica che mi è mancata, quella persona alla quale potevo dire ciò che non dicevo a mia madre. Senza di lei, in un momento per noi difficile, ci saremmo perse.


Cosa consiglieresti agli aspiranti scrittori che non credono di avere le capacità per credere nel loro sogno?


Bisogna credere nei propri sogni. Se non si crede abbastanza, allora non è il sogno giusto. I sogni si scelgono, si lotta per essi e non si può trovare altrove una motivazione per credere. Forse il mio consiglio è proprio questo: sanguinare, lottare, cadere e rialzarsi sempre. 


•In che modo l’incontro con Stefano ha cambiato la tua vita?


Stefano mi ha riportato un frammento di mio padre, mi ha riconnessa al mio passato mostrandomi il futuro. Senza di lui avrei perso la rotta e forse me stessa. Lui è arrivato perché compissi il mio destino e ne iniziassi un altro.


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