giovedì 14 settembre 2023

L'enigma dell'acqua Parte 1 (La coscienza di Cain) di Constance S - Blogtour: Tappa Roma e i suoi misteri

 


Oggi partecipo al Blogtour dedicato a L'enigma dell'acqua parte 1. L'autrice è la bravissima Constance S. Vi parlerò di Roma e dei suoi misteri. Ringrazio la Genesis Publishing per la copia digitale in omaggio.


«Sei cambiata. Fatico a riconoscerti, ormai. Che senso ha essere tornato? A che mi serve la memoria se non posso averti, se non posso… toccarti?» sibilò, ansante, accanto al suo volto. «Non li voglio i ricordi. Sono una condanna, se tu non mi vuoi.» Le nostre decisioni hanno il potere di influenzare il futuro? Siamo davvero liberi di scegliere? Esistono legami indissolubili, in grado di oltrepassare qualunque confine. Solo che Alexandra non lo sa. Soffre. Si interroga. Non capisce cosa sta succedendo. Cain ha mantenuto la promessa. Ma a quale prezzo? Un’antica maledizione incombe su di lui, portandolo ogni istante sull’orlo di un abisso sempre più nero. Un marchio lo ha segnato, un enigma lo ha condannato. Forse per sempre. Non c’è pace per l’Ingannatore di Anime, se non accanto a una misteriosa fanciulla in grado di lenire la sua rabbia. Chi è Olivia? Cosa prova Cain per lei? L’ombra del tradimento brucia come il fuoco della passione, difficile da controllare. Sospesi in un limbo fatto di dubbi, attese e orgoglio ferito, Cain e Alexandra sono costretti a mettere da parte le incomprensioni e a unire le forze per risolvere “L’Enigma dell’Acqua”. Prima che sia troppo tardi. Prima che ogni cosa vada perduta. L’enigma dell’acqua - Part One è la prima parte del volume conclusivo della saga Paranormal romance e Urban fantasy La Coscienza di Cain che darà finalmente un epilogo alla travagliata storia d’amore di due protagonisti soprannaturali e indimenticabili.

Roma e i suoi misteri 



Il romanzo di Costance S, L’enigma dell’acqua parte 1,  ha una protagonista d’eccezione: Roma. Roma è la città dove sono nata e cresciuta. La città che amo e che considero la più bella del mondo, insieme a Venezia. Nel romanzo ho ritrovato la descrizione dei vicoli brulicanti di turisti, italiani e non. Un turbinio di accenti e lingue diverse. Roma è una città che incanta coloro che la visitano e che spesso noi romani diamo un po’ per scontata. Forse sono più la ragazza che legge su un autobus quando passa davanti a un monumento o che si lamenta per il traffico perché ha un appuntamento. Oggi vorrei condividere con voi le bellezze e le curiosità sulla mia città. 


Castel Sant'Angelo



Castel Sant’Angelo viene più volte citato nel romanzo. Per me è legato alle gite scolastiche delle elementari e ai compagni di scuola di quegli anni. Lo collego allo stupore di un bambino davanti ai racconti delle guide e alla meraviglia della fortezza.  In età adulta Castel Sant’Angelo è legato alle passeggiate con una delle mie amiche più care e alle corse in autobus sperando di arrivare in tempo per lo spettacolo proiettato al Cinema Adriano. 




Castel Sant’Angelo 

Si trova al di là del Tevere, oltre Roma (per rendere la struttura visibile a tutti). Per raggiungerla si deve attraversare un ponte, ponte Elio, oggi Ponte Sant’Angelo. 

In 2000 anni ha cambiato nome, funzione e volto, adattandosi ai cambiamenti della città eterna e diventandone uno dei simboli oltre che uno dei monumenti più visitati dai turisti. Castel Sant’Angelo è stato un castello medievale, una residenza papale e un tribunale dove si eseguivano le sentenze di pena capitale. Oggi  Castel Sant’Angelo è un museo e un sito archeologico di rilievo, ma alle origini, in età romana,  era stato costruito per volere dell’imperatore Adriano con la funzione di un mausoleo ( come le antiche Piramidi dei Faraoni) per accogliere il corpo  dell’Imperatore dopo la sua morte. Sono chiaramente risalenti all’età romana i mattoni perfettamente allineati che è possibile ancora oggi ammirare. A tre metri dal suolo calpestato da turisti, romani, autobus e veicoli (all’epoca era proprio quello il livello del manto stradale), sorge l’atrio del Mausoleo in travertino. Colpisce l’attenzione del visitatore la nicchia, ora completamente spoglia, ma che in passato accoglieva  al suo interno una gigantesca statua dell’Imperatore Adriano. Il Mausoleo aveva una struttura quadrata di 90 metri per lato, sopra alla base vi era un tamburo in marmo con delle statue sormontato da un bosco. Infine era presente una statua in bronzo dorato che raffigurava una quadriga guidata dal Dio Elio (Sole) con il volto dello stesso Adriano. Quando l’Imperatore morì la costruzione del Mausoleo non era stata ancora terminata, quindi le sue ceneri, contenute in un’urna dorata,furono introdotte al suo interno successivamente. Salendo una scalinata per ben dodici metri, è possibile raggiungere la sala delle urne, dove riposano molti imperatori romani fino a Caracalla. 

Castel Sant’Angelo fu anche una residenza papale. Degna di nota è la loggia, voluta da Papa Giulio II quando si trasferì a Castel Sant’Angelo in attesa che Raffaello terminasse di dipingere le sue stanze. Una curiosità: la loggia è rivolta verso Roma e non verso San Pietro. Perché? Papa Giulio II aveva iniziato molti progetti nella città eterna e desiderava vedere con i propri occhi i cambiamenti che le sue opere avevano innescato a Roma e nella vita dei suoi abitanti. Un esempio è la Via Giulia. 

La loggia è nota anche con il nome di Loggia delle Benedizioni, perché proprio da qui il Papa si affacciava per benedire il popolo. 

Dalla loggia è poi possibile passare nella Sala Paolina, che prende il nome da Papa Paolo III Farnese, noto per aver commissionato a Michelangelo il Giudizio Universale. Con l’intento di trasformare una stanza austera in una vera e propria sala di rappresentanza, Papa Paolo III si affidò al pittore Perin del Vaga. La stanza è un capolavoro di affreschi, marmi e stucchi. Colpiscono in maniera particolare le due figure dipinte sulle pareti brevi per creare una sorta di continuità tra la Roma Imperiale e quella cristiana: da una parte infatti troviamo l’imperatore Adriano e dall’altra San Michele Arcangelo. Perché fu scelto proprio San Michele Arcangelo? La leggenda narra che nell’anno 590 durante un'epidemia di peste, papa Gregorio Magno decise di  organizzare  una processione che culminò proprio davanti a Castel Sant’Angelo. Giunti davanti alla fortezza, infatti, apparve l’Arcangelo Michele che rinfoderava  la spada. Era il segno che l’epidemia stava per terminare. Divenne quindi proprio lui il protettore cristiano della fortezza e la sua statua è stata posizionata in cima al castello. 

Una curiosità sugli affreschi di San Michele Arcangelo presente nella Sala Paolina. Sotto la figura dell’Arcangelo Michele potete notare due babbuini. Alberto Angela ci spiega la loro presenza: erano il dono di un ambasciatore al Papa. La vista che si gode dalla cima di Castel Sant’Angelo è spettacolare. Proprio qui vengono generalmente girate le scene finali della Tosca, ovvero quelle legate al suicidio della protagonista. In passato Castel Sant’Angelo era stato anche una prigione, dove venivano anche eseguite le pene capitali. Le fucilazioni però, come ci ricorda Alberto Angela, non avvenivano in cima, ma in un cortile apposito chiamato il cortile delle fucilazioni.

Piazza di Spagna per me rappresenta l’estate. Stare seduta con gli amici sulla scalinata per riposarsi dopo una passeggiata e ammirare la Barcaccia, sognando un attico che si affacci sulla Piazza. 


Trinità dei Monti a Piazza di Spagna




Trinità dei Monti - Piazza di Spagna - il Pincio. 


In epoca romana nella zona del Campo Marzio, sul Pincio, luogo in cui ora possiamo ammirare la chiesa di  Trinità dei Monti e la famosissima Piazza di Spagna, sorgeva una villa con meravigliosi giardini, i famosi Horti Luculliani. Chi era, però, Lucullo, colui che inventò la moda degli Horti ovvero “ giardini del piacere”? Lucullo era un generale romano, che aveva combattuto sotto Silla, e che in seguito era diventato console. Grande nemico di Pompeo, si ritirò dalla vita pubblica quando fu rimpiazzato da quest’ultimo al comando della spedizione impegnata in Oriente. La Villa e i giardini erano tra i più belli dell’Antica Roma. Furono abbandonati durante il Medioevo .In quegli anni, ci ricorda Alberto Angela, sul Pincio era possibile trovare degli animali al pascolo. Tutto cambiò due anni dopo la scoperta dell’America, nel 1494, quando il Re francese Carlo VIII acquistò l’area per realizzarvi un convento per i frati Minimi dell’ordine di San Francesco di Paola. Si stava dando vita al complesso di Trinità dei Monti, composto dalla chiesa e dal Monastero. Accanto al monastero l'architetto Carlo Madella e lo scultore e architetto Giacomo della Porta  (ex allievo di Michelangelo e del Vignola) realizzarono la famosa chiesa. Dalla quale è possibile assistere a uno spettacolo che mozza il fiato. Infatti davanti alla chiesa e in cima alla scalinata di Piazza di Spagna si trova il famoso Obelisco Sallustiano, proveniente dall’ Egitto con iscrizioni, però di epoca romana. Infatti fu inserita la copia di un testo egiziano ma con alcuni caratteri al contrario.  Angela ci ricorda, in tal senso,  che gli esperti hanno riscontrato degli errori tipici di coloro che non conoscevano bene l’egiziano. In cima,  inoltre, possiamo notare il famoso Giglio di Francia. Dopo varie traversie e diverse collocazioni,  l’obelisco fu fatto inserire da papa Pio VI nel complesso di Trinità dei Monti. I lavori per la sua installazione terminarono nel 1787 La realizzazione della famosa scalinata di Trinità dei Monti fu affidata agli architetti Francesco de Sanctis e Alessandro Specchi. La sua finalità era collegare l’ambasciata dei Borbone di Spagna, che sorgeva sulla piazza a cui dà il nome, e la Chiesa di Trinità dei Monti. Fu inaugurata da Papa Benedetto VIII in occasione del Giubileo del 1725.

I 136 scalini, che ormai fanno parte del nostro immaginario collettivo conducono verso la piazza e verso la famosa Barcaccia, capolavoro realizzato da Pietro e Gian Lorenzo Bernini. 

Perché sull’opera sono rappresentate delle api e una tiara papale? 

La fontana fu commissionata da Papà Urbano VIII nel 1626 e a testimonianza di questo troviamo sull’opera delle api scolpite, ovvero il simbolo della famiglia Barberini, e una tiara papale. 

Perché la fontana si chiama Barcaccia? Alberto Angela in Ulisse ci fornisce una interessante risposta. In quegli anni c’era stata una piena del Tevere e a quanto pare una barca (una barcaccia) era stata trasportata fin lì e questo fu lo spunto che i Bernini colsero. 

Perché la Barcaccia è  così bassa? 

Ancora una volta Alberto Angela nella trasmissione Ulisse, ci fornisce la risposta. Le barche da trasporto erano molto basse per agevolare il carico delle merci e per questo anche la fontana ha la medesima caratteristica. Fu così che una umile barca divenne il simbolo del Barocco Romano.


Perché la Barcaccia non è caratterizzata da zampilli alti e da coreografie acquatiche? L’acquedotto dell’Acqua Vergine, che riforniva la fontana, aveva una pressione molto bassa che impediva appunto degli alti zampilli.  Per questo i Bernini decisero di optare per una struttura molto bassa (questo risponde in parte anche alla domanda precedente). 


Il Vittoriano




Il Vittoriano per me significa essere giunti al centro della città. Lo collego allo shopping in libreria e alle passeggiate a via del Corso o a Largo Argentina. Lo collego anche alle mostre che vengono allestite al suo interno in appositi spazi museali. Mostre importanti che spesso ho visitato con persone altrettanto importanti. 


Il Vittoriano: l’altare della Patria e la statua di Vittorio Emanuele a cavallo. 


Dove si trova il Vittoriano e quali monumenti possiamo notare nelle sue vicinanze? 


Il Vittoriano è un vero e proprio colosso in marmo. Forma quasi la quarta parete di Piazza Venezia e al,le sue spalle si può ammirare il foro romano, mentre accanto possiamo trovare la basilica di Santa Maria dell’Aracoeli e il Campidoglio (vero e proprio simbolo di Roma). 

Fu costruito alla fine dell’ottocento come segno di apertura della Roma antica alla modernità.

Qualche numero e alcune curiosità sul Vittoriano. 

 Una volta oltrepassata la cancellata in ferro pieno lunga 40 metri,, si devono salire ben 243 gradini  per arrivare in cima. Alto fino a 80 metri di altezza e largo 135 metri. 

L’altare della Patria e il Milite ignoto. 

Nel complesso del Vittoriano è presente l’Altare della Patria dove riposa il Milite Ignoto, ovvero un giovane soldato morto durante la Prima Guerra Mondiale e di cui si ignorano appunto le generalità e che diventa il simbolo di tutti coloro che hanno donato la loro vita per Patria durante la Grande Guerra. I soldati, appartenenti a tutti i rami delle Forze Armate (marina, aeronautica, esercito ecc ecc) vi montano la guardia e si può quindi anche assistere frequentemente  al cambio della Guardia.  


La statua di Vittorio Emanuele II 


Nato per celebrare Vittorio Emanuele II e l’intero Risorgimento, ci sono voluti 50 anni per costruirlo: dal 1885 al 1935. Il concorso per la sua realizzazione fu vinto dall’architetto marchigiano Giuseppe Sacconi, che all’epoca aveva solo trent’anni.  Il marmo scelto non fu il travertino romano, ma il botticino, presente nel bresciano, che dona una tonalità più fredda al monumento. 

Al centro  vi è la statua di Vittorio Emanuele a cavallo. Alta quanto un edificio di quattro piani, il solo zoccolo è lungo mezzo metro. Durante la costruzione fu imbandita al suo interno una cena per 12 persone. Di tutte le statue presenti nel complesso del Vittoriano questa è l’unica rappresentata in modo realistico. le altre sono simboliche e metaforiche, rappresentano i valori civili del popolo Italiano, le arti, le città conquistate dopo la Prima Guerra Mondiale.  Insomma l’unico personaggi reale è proprio il Re. 

Per costruire l’intero monumento fu abbattuto un intero quartiere medievale. I riferimenti alla Roma antica e all’antichità in generale sono evidenti all’interno del complesso del Vittoriano. 



Piazza Navona
la sua struttura a forma di stadio dovuta al preesistente Stadio di Domiziano 



Voglio concludere ricordando un luogo che per me, nata e cresciuta a Roma, rappresenta il Natale: Piazza Navona. Le bancarelle di dolciumi e quelle dei giocattoli, i pittori di strada che realizzano ritratti e la folla di romani che si accalca tra i banchi perché non si può far passare l’Epifania senza essere stato a Piazza Navona. Bambini, adulti, ragazzi. Piazza Navona a Natale ha offerto per anni ha offerto a tutti noi uno spettacolo meraviglioso. 

Piazza Navona è una piazza monumentale tra le più belle della capitale. La sua costruzione fu voluta da Papa Innocenzo X appartenente alla famiglia Pamphili. La forma è molto particolare: infatti è quella del preesistente stadio di Domiziano. A impreziosirla vi è la celebre fontana del Bernini,  dove avvenivano dall’età barocca, dei veri e propri giochi d’acqua. Questi spettacoli furono aboliti nel 1866 da Pio IX.

Piazza Navona fu anche la sede di un fiorente mercato rionale, che in epoca moderna fu spostato nella vicina Campo dei Fiori. Questa funzione fu mantenuta solo durante le festività natalizie: la famosa Befana a Piazza Navona nota a generazioni di romani, me compresa. 










 



mercoledì 6 settembre 2023

Dunbridge Academy. Anytime - Quando tu vorrai di Sarah Sprinz - Recensione: Review Party

 



Oggi vi parlo del terzo volume della Dunbridge Academy, Anytime - Quando tu vorrai, di Sarah Sprinz.  Ora tocca alla storia di Olive e Colin conquistarvi. 

Ringrazio la Tre60 per la copia in omaggio. 



Basta una notte perché la vita di Olive Henderson si frantumi in mille pezzi. Dopo un devastante incendio scoppiato alla Dunbridge Academy, le gravi ferite riportate la costringono a ripetere l'anno scolastico. Questo significa per lei lasciare tutti i suoi amici più cari: Emma, Tory, Sinclair, Henry! E pensare che si era impegnata moltissimo per recuperare i brutti voti, nella speranza di poter frequentare l'ultimo anno insieme ai vecchi compagni. Così, nuova nel suo corso di studi, Olive è determinata a odiare tutto ciò che riguarda la Dunbridge. Ma c’è qualcuno, al college, che sembra provare gli stessi sentimenti di rabbia e di rancore… Colin Fantino è appena arrivato da New York, e preferirebbe essere ovunque tranne che confinato in uno sperduto college scozzese. Ma Olive, sin dal loro primo incontro, riesce a vedere ciò che si nasconde dietro quella personalità ribelle e irriverente, e capisce di essere terribilmente attratta da lui ogni volta che si apre una crepa nella sua ruvida corazza. Sino a quando non scopre il vero motivo che ha portato Colin a cambiare scuola…



La mia opinione 


Non avrei mai pensato che Olive sarebbe riuscita a conquistarmi. Nei primi due volumi, infatti, non aveva suscitato la mia simpatia e avevo iniziato a interessarmi a lei solo al termine del secondo volume, quando l’autrice ci aveva introdotto un problema familiare della giovane, prima di renderla protagonista di un colpo di scena che ci aveva lasciato allibite. 

IN Quando tu vorrai ritroviamo la protagonista alle prese con le conseguenze di quel terribile incidente che le ha sconvolto la vita ed è proprio da qui che veniamo catturati da una storia profonda che tratta con tutta la delicatezza possibile dei temi molto delicati. 

La Sprinz ci ha abituato a questo, ma nel terzo e ultimo volume, come è giusto che sia, ha alzato la posta in gioco, introducendo tematiche serie come l’autolesionismo e la sindrome da stress post traumatico. Colin, invece, arriva in Scozia e in collegio con una storia molto particolare e ci dimostra quali possono essere le conseguenze sulla psiche di un figlio del disinteresse di due genitori presi solo dalla carriera e dalla necessità di salvare  le apparenze. In Quando tu vorrai la Sprinz ci insegna ad accettare il cambiamento perché è inevitabile e fa parte della vita. Le cose e le persone, le relazioni cambiano. Noi stessi cambiamo. Possiamo perdere in un secondo tutte le nostre certezze e le nostre abitudini. Non dobbiamo, quindi essere maniaci del controllo e accettarli come parte integrante della nostra vita, insieme alla fragilità che è dentro di noi, anche se vogliamo apparire a tutti i costi forti e coraggiosi agli occhi degli altri.  Avere bisogno dell’aiuto del prossimo o esternare le nostre emozioni non ci rende più deboli, anzi. In particolare la Sprinz ci invita a non cedere alla rabbia, perché ci impedisce di godere delle cose belle che ci circondano e della vita che può stupirci. Colin e Olive mi hanno fatto riflettere molto su questo, anche perché l’autrice ha saputo metterli davvero alla prova, facendogli affrontare le loro paure, i sensi di colpa e non pochi cambiamenti. 

In particolare l’autrice ha sottolineato quanto sia importante ricorrere all’aiuto di un professionista, di uno psicologo o di uno psicoterapeuta per affrontare ciò che ci dilania l’anima.

La storia d’amore tra Colin e Olive mi ha tenuta incollata alle pagine ed è stato davvero piacevole ritrovare i protagonisti dei precedenti volumi.

Assegno a Quando tu vorrai 6 stelle su 6.

Consigliatissimo. 


martedì 18 luglio 2023

Il problema sei tu di Anna Zarlenga: Review Party




Oggi il blog partecipa al Review Party de Il problema sei tu di Anna Zarlenga. Siete pronti per la storia di Vittoria e Andrea? 


Ringrazio l'autrice e la Newton Compton  per la copia digitale in omaggio 





 Dall’autrice del bestseller Spiacente, non sei il mio tipo

Vittoria disegna abiti da sposa. Le sue creazioni sembrano uscite da una favola, un po’ come la sua vita: ama follemente il suo lavoro, ma soprattutto ama Dario, bello e in carriera proprio come lei. È sicura che presto le chiederà di sposarlo, regalandole il lieto fine che tanto aspetta. O almeno così crede. Basta infatti un imprevisto, una questione ereditaria da risolvere, a far vacillare le sue certezze. Costretta a vendere la vecchia casa di famiglia a Positano, Vittoria parte da Milano alla volta della costiera amalfitana. È decisa a unire l’utile al dilettevole e a concedersi anche qualche giorno di meritato riposo, mentre tenta di risolvere il problema immobiliare. Ma non ha fatto i conti con il passato. Né con Andrea, l’amico più caro durante le indimenticabili estati trascorse a Positano, ora medico di base del paese. Il timido ragazzino di un tempo è diventato un uomo affascinante e sicuro di sé, ed è intenzionato a darle del filo da torcere: sono le sue zie quelle che Vittoria vorrebbe buttare fuori dalla casa in cui vivono da tantissimi anni. Entrambi sono determinati. Nessuno dei due è disposto a cedere. Ma la guerra in corso tra loro potrebbe risvegliare sentimenti sempre più difficili da ignorare…


La mia opinione 


In un momento di profondo stress questo libro è stato davvero una boccata d’aria fresca. L’ambientazione del romanzo ci regala la magia di Positano. Ci dona così una storia d’amore che ha bisogno di una seconda possibilità per sbocciare e un ritorno nei luoghi all’adolescenza che permetterà alla nostra protagonista di ritrovare la sua strada, delle vecchie amicizie e un amore mai davvero sbocciato. Il punto di vista è solamente quello dell’eroina femminile, Vittoria, che utilizza anche numerosi flashback per narrarci le sue avventure. Una ragazza che vende alle spose abiti da sogno, ma che non crede nel romanticismo, preferendo un fidanzato perfetto e prevedibile, che però le riserverà anche qualche sorpresa. 

La domanda che il lettore si pone è la seguente: Vittoria seguirà il cuore o la testa? La ragione o il sentimento?

Andrea è un personaggio interessante e mi sono divertita ad approfondire il suo legame con Vittoria nel passato, per riuscire a spiegarmi la loro relazione nel presente. Anna Zarlenga è stata davvero brava a rendere coerenti i loro comportamenti, facendo anche ricorso ai famosi flashback. I dialoghi tra i due protagonisti sono stati davvero divertenti. Andrea prenderà in mano la situazione e combatterà davvero per il suo grande amore?

Anche i personaggi secondari sono molto interessanti. Le zie di Andrea mi hanno fatto letteralmente morire dalle risate. 

Lo stile dell’autrice è legato alla quotidianità, è semplice e riesce a creare un legame diretto con il lettore. 

L’esperienza di lettura si rivela piacevole e divertente. 

Assegno a Il problema sei tu 6 stelle su 6. Consigliatissimo.


domenica 2 luglio 2023

Knockout di Mariarosaria Guarino e Annamaria Bosco - Recensione: Review Tour

 

Oggi il blog partecipa al Review party di Knockout, il nuovo romanzo di Annamaria Bosco e Mariarosaria Guarino. 

Una storia che vi terrà incollati al Kindle. 

Ringrazio le autrici per la copia digitale in omaggio. 



 

Mi chiamo Adam Harris, molti non mi considerano esattamente un bravo ragazzo. E in effetti non lo sono. Non del tutto. Perché la vita fa schifo e l’unico modo che conosco per riscattarmi è prendere a pugni le persone. La kickboxing mi ha dato un’opportunità e io sono deciso a coglierla. Ma Allison è il mio punto debole. So che non è una buona idea. È troppo pulita per me. Eppure, dal primo momento in cui l’ho vista, non ho fatto altro che pensare alle mie mani su di lei. La madre mi ha minacciato: non devo avvicinarmi. Ma più mi si dice che non devo fare una cosa, più voglio farla...



Devo togliermelo dalla testa. Posso avere di meglio.


Sono Allison Woods. Dicono che io sia stata baciata dalla fortuna. Bella. Ricca. Buona famiglia. Ma la vita dorata non è piacevole come può sembrare dall’esterno. Sono stufa di dover seguire tutte le assurde regole di mia madre. Soprattutto quella di non frequentare Adam. In realtà il primo incontro non è stato dei migliori, ma diciamoci la verità: quale ragazza potrebbe resistere al suo fisico scolpito? Credevo fosse solo attrazione fisica, ma averlo vicino scatena in me istinti pericolosi. Potrei finire nei guai. Eppure, l’idea mi stuzzica…



La mia opinione 


La coppia Guarino Bosco ci regala un altro romanzo intenso che mi ha anche fatto parecchio riflettere. 

In particolare, tra i due protagonisti, è stato proprio Adam quello che mi ha conquistata di più e che mi ha spinto verso parecchie riflessioni. Se ci si ferma alle apparenze è un ragazzo povero e, si potrebbe pensare anche violento e senza prospettive, ma invece si rivela dolce, sensibile, pieno di sogni che desidera realizzare nonostante le difficoltà economiche e gli ostacoli. Le autrici ci mostrano come un animo puro e gentile non sia affatto sinonimo di uno status sociale elevato. 

Anche la protagonista femminile è un ottimo personaggio: sta cercando la propria strada nonostante una madre oppressiva e apparentemente interessata solo allo status sociale. I conflitti interiori di Allison la rendono umana perché non è facile cercare la propria strada, tentando di salvaguardare, a volte, anche gli interessi familiari. Paige Woods, la madre della protagonista, è un personaggio costruito davvero bene. Il suo passato, infatti, giustifica alla perfezione le scelte da lei compiute nel presente e i motivi per i quali ha cercato di gestire la vita della figlia. Devo dire che sono riuscita a comprenderla e ho apprezzato l’evoluzione di questo personaggio. 

Allison e Adam sono i protagonisti di una storia dove tenerezza e passione diventano un mix esplosivo che tiene incollati alle pagine. Un amore giovane che deve lottare per il proprio futuro. 

Mi hanno colpito molto le interazioni tra Elettra e Jacob. Hanno un potenziale enorme. 

Lo stile delle autrici è informale e i termini usati sono di uso comune. La lettura si rivela scorrevole e piacevole. 

Assegno a Knockout 6 stelle su 6. 

Consigliatissimo. 


venerdì 9 giugno 2023

Taken (Enchanted Gods Vol.3) di K.K. Allen - Recensione: Review Party




Il blog partecipa al Review Party di Taken, il terzo libro della Enchanted Gods, la serie di K.K. Allen. 

Ringrazio la Triskell edizioni per la copia digitale in omaggio. 





 Lei farà qualsiasi cosa per proteggere i suoi amici, anche se questo significa arrendersi al Dio dell’Oscurità.

 

Taken è il volume conclusivo della serie Enchanted Gods, dove Katrina non potrà sfuggire alle oscure profezie che daranno forma al suo destino.

 

Kat sta raccogliendo i frammenti del suo cuore spezzato riuscendo finalmente ad andare avanti, ma tutto va in fumo al Ballo in maschera dell’inverno artico.

Tutto ciò per cui ha lavorato va in frantumi, quando finisce tra le braccia di una persona che farà vacillare il suo cammino, e il suo cuore, ancora una volta.

Come se non bastasse, Erebo è tornato ad Apollo Beach e il suo ultimo atto malvagio colpisce dritto al cuore. Adesso, non si può più tornare indietro.

Erebo ha gli occhi puntati sulla fonte di energia e ha bisogno dell’aiuto di Kat per entrarne in possesso.

Lei farà qualsiasi cosa per proteggere i suoi amici, anche se questo significa arrendersi al Dio dell’Oscurità.



La mia opinione 


Finisce oggi il cammino che avevo iniziato con Cursed e devo dire che il finale è stato degno delle mie aspettative. 

Dopo un anno e mezzo dal termine delle avventure di Fated ritroviamo Kat alle prese con alcuni cambiamenti che ci vengono mostrati con dei flashback. La vita della giovane è andata avanti, dopo la partenza di Johnny. In particolare ho trovato interessante l’inserimento di Peter, il padre della ragazza, perché ho trovato il loro rapporto ben costruito, intenso e interessante. Kat è cresciuta molto, rispetto al primo libro, e nel corso della trilogia è maturata, diventando più consapevole. L’autrice la pone davanti non solo a un nemico pericoloso, ben costruito e interessante, ma anche a delle scelte difficili e laceranti. I colpi di scena non mancheranno e resterete letteralmente incollati alle pagine. 

Per chi è interessato alla trama sentimentale, il triangolo formato dalla protagonista, da Alec e da Johnny sta per giungere al termine, regalando non poche emozioni. Infatti credo che il lettore abbia sempre saputo per chi batteva il cuore della nostra eroina. La nostra Kat seguirà il cuore o la ragione? Lo scoprirete solo leggendo. 

Devo dire che Taken ha un ottimo ritmo narrativo e il pericolo è costante anche nei momenti in cui i personaggi vogliono godersi semplicemente una festa o un raduno tra amici. 

Lo stile dell’autrice è semplice, informale e la lettura si rivela scorrevole e per lo più piacevole. 

Assegno a Taken 5 stelle e ½ su 6. Vi consiglio la trilogia, se non l’avete ancora letta. 


lunedì 5 giugno 2023

Hanson di Kat Savage ( Men of Bird's Eye Vol. 4) - Recensione: Review Party

 


Oggi il blog partecipa al Review Party di Hanson, il quarto volume della Men of Bird's Eye, la serie sui tatuatori di Kat Savage. 

Ringrazio la Triskell editori per la copia digitale in omaggio. 



Hanson Serrano è un uomo complicato. Anche il suo psicologo cerca di convincerlo a fidarsi di qualcuno. Ma il membro più giovane dello staff del Bird's Eye non se ne preoccupa. Non progetta di sistemarsi nell'immediato futuro.

Questo finché non va a sbattere contro Thea James. Letteralmente. Basta un brutto capitombolo sul marciapiede, e questo brasiliano imbronciato si trova rapito da quei riccioli rossi e fondoschiena tutto curve. L'interazione però rende chiaro che dovrà lavorare sodo per conquistarla.

Thea James sta cercando qualcosa di molto specifico, e Hanson Serrano non rientra nella categoria. Non solo è tatuato dalla testa ai piedi, è molto più giovane di lei. Thea ha già avuto a che fare con dei cattivi ragazzi e ciò che ne ha guadagnato è lo status di mamma single e un ex che le rende la vita un inferno.

Quando finalmente Thea accetta di uscire con Hanson per toglierselo di torno, rimane piacevolmente stupita nel vedere che si mette davvero d'impegno. Anzi, è l'appuntamento migliore che ricordi.

La coppia alla fine si ritrova tutta aggrovigliata, tanto nei sentimenti quanto nelle lenzuola. Ma tra le barriere di Hanson, l'ex di Thea e quella fastidiosa differenza d'età, la loro nascente relazione sembra un disastro annunciato.

I due finiranno per arrendersi e abbandonare la nave o saliranno su una scialuppa e si metteranno a remare insieme?



La mia opinione 


Quando Kat Savage chiama io rispondo e non mi tiro mai indietro davanti a uno dei romanzi della Men of Bird's Eye.

Questa volta è il turno di Hanson, il nostro brasiliano dalla vita difficile e apparentemente un bad boy. 

Devo dire che la sua storia mi ha colpito: ho apprezzato davvero tanto la costruzione dei due protagonisti, che conosciamo meglio attraverso il POV alternato. Sono entrambi due personaggi che hanno sofferto, con delle ferite che hanno determinato il loro presente, ma forse l’amore reciproco e l’attrazione doneranno loro un futuro diverso. Ho gradito tutti i riferimenti alle cure dagli psicologi, perché da certi traumi e da determinate situazioni si può uscire solo se ci si lascia aiutare dai professionisti. L’amore da solo non basta. 

Devo dire che la protagonista femminile, Thea, mi ha conquistata e trovo che l’autrice l’abbia descritta alla perfezione e l’abbia resa per lo più credibile: una donna che ha bisogno di stabilità, che è stabile perché deve crescere un figlio da sola e che cerca un uomo che le dia delle sicurezze, visto che l’unico vero colpo di testa le ha reso la vita piuttosto complicata. 

Non si può non entrare in empatia con lei, ma davvero gli uomini che sembrano migliori dal punto di vista della stabilità lo sono davvero? Un uomo con le caratteristiche esteriori del bad boy e più giovane non è davvero in grado di dare delle sicurezze a lei e a suo figlio? Credo che la protagonista troverà la risposta a queste domande.

Una storia ricca di passione e di amore, dove Ava e il piccolo Ethan giocano il ruolo di valore aggiunto. Hanson regala mille emozioni al lettore.

Unica cosa che un po’ mi ha destabilizzato: in alcuni punti l’autrice mi è sembrata un po’ troppo frettolosa. Sono due personaggi feriti e con determinate problematiche, forse si sono avvicinati in maniera un pizzico rapida, sia dal punto di vista sessuale che sentimentale. 

Lo stile dell’autrice è quotidiano, con modi di dire e di tanto in tanto anche qualche termine volgare. Uno stile informale e semplice che raggiunge in maniera diretta il lettore. 

Assegno a Hanson 4 stelle e ½ su 6. 


sabato 3 giugno 2023

Horishi di Monica Fumagalli - Recensione: Review Tour

 




Oggi il blog partecipa al Review Tour di Horishi, il romanzo di Monica Fumagalli edito dalla Saga Edizioni che ringrazio per la copia digitale. 




Horishi, maestro tatuatore, ha perso la strada. Ha un grande dono, i suoi tatuaggi sono opere d’arte speciali dotate di una loro identità, ma il suo passato lo perseguita, lasciandolo bloccato in un limbo.

Una strana figura comincia a presentarsi ovunque lui si trovi. Cosa vorrà?

Perché continua a seguire proprio lui?

Tra le strade di Tokyo, tra luci che scacciano il buio, Horishi incontrerà persone che avranno bisogno del suo aiuto, persone che gli mostreranno parti di sé che aveva ormai dimenticato.

Avanza anche tu con il Maestro d’inchiostro, tra una goccia di colore e l’altra…



La mia opinione 


Horishi è un romanzo breve, poco più di 100 pagine, ma davvero intenso. 

Un romanzo che fa riflettere e adatto soprattutto al target, gli adolescenti, coloro che stanno formando la propria identità e che sono alla ricerca del loro posto nel mondo. Horishi ci mostra personaggi antropomorfi e dall’identità non ben definita che faticano spesso a trovare una loro collocazione in un mondo in cui l’ordine viene fatto passare attraverso regole rigide e identità che diventano delle vere e proprie gabbie. Dove si nasconde il libero arbitrio? Horishi ci mostra l’importanza della scelta, scelte che è sempre possibile fare anche se a volte è dura, anche se le conseguenze possono spaventarci. Così mentre il tatuatore colpisce il lettore e lo emoziona con la sua malinconia, con la sua depressione e con la sua umanità, i suoi clienti ci raccontano le loro straordinarie storie, storie di scelte compiute, di lotte per realizzare sé stessi e per seguire la propria strada e i propri desideri, anche se questo significa uscire dai canoni della società in cui viviamo. Il dolore stesso fa parte della vita, anche la scelta sbagliata, ma in qualche modo ci fornisce quelle esperienze in grado di guidarci. Non siamo esenti dagli errori, non siamo perfetti, ma facciamo spesso del nostro meglio. 

Siamo in Giappone e lo si percepisce dalle meravigliose descrizioni che ci regala l’autrice. Sembra di poter assaporare la vitalità di Tokyo contrapposta alla malinconia del protagonista. Il Giappone con i suoi terremoti e le sue regole rigide e di tanto in tanto esagerate. Insomma lo sfondo perfetto per il messaggio che si vuole veicolare. 

Lo stile dell’autrice è pura poesia mischiata alla quotidianità. 

Assegno a Horishi 6 stelle su 6. Consigliatissimo. 


mercoledì 24 maggio 2023

Portami con te di Mariarosaria Guarino- Recensione: Review Tour

 



Oggi il blog partecipa al Review Tour di Portami con te di Mariarosaria Guarino. La storia di Elizabeth e Justin è una vera coccola. 

Ringrazio la More Stories per la copia digitale in omaggio. 



Rabbia, dolore, senso di colpa. Dopo la morte di Chris, il suo fidanzato, Elizabeth non sa più come ricominciare a vivere. Trasferirsi in Canada le sembra un'ottima idea: in una nazione estranea, forse, potrà dimenticare, o illudersi di farlo.


Justin è un dottore. O almeno lo era. Dopo un attentato in sala operatoria, mentre cercava di salvare una vita, le sue priorità cambiano drasticamente. Non ha mai voluto essere un medico e forse quell'incidente è la sua occasione per provare a voltare pagina. In Canada, dove nessuno lo conosce e forse potrà finalmente essere quello che desidera.


Due vite segnate da una profonda sofferenza e legate da un filo invisibile. Perché la morte di Chris, l'incidente e l'attentato in sala operatoria sono tutti avvenimenti che li hanno portati esattamente nello stesso luogo e nello stesso momento.


E allora, forse, il destino ha voluto dare loro un'occasione di salvezza e di gioia…

Ma si può amare di nuovo, anche dopo un dolore così forte?



La mia opinione 


Portami con te è un romanzo intenso ed emozionante. Sin dalle prime pagine è in grado di colpire il lettore, di farlo commuovere e di creare un forte legame di empatia tra chi legge e i personaggi principali. Portami con te è un inno alla vita e alle seconde possibilità. I protagonisti affrontano lutti, traumi, abbandoni e fantasmi di un passato difficile, cercando di ricominciare. Vogliono isolarsi, ma trovando negli occhi l’uno dell’altro la medesima solitudine e lo stesso dolore, diventano ben presto una reciproca ancora di salvezza. Justin e Elizabeth mi hanno fatto riflettere molto: Justin  su quanto le aspettative che gli altri hanno su di noi, e che spesso assecondiamo per interesse o per necessità, siano delle gabbie che ci impediscono di vivere la nostra vita, una vita che potrebbe essere più breve di quello che credevamo (carpe diem). Dovremmo, quindi, seguire le nostre passioni e inseguire i nostri sogni. Il rapporto di Justin con suo padre è davvero interessante e ci riserverà non pochi colpi di scena sul finale. 

Elizabeth è alle prese con un lutto terribile e con una vita nuova da iniziare. Ogni sfumatura del suo dolore, così come di quello di Justin, è risultata credibile. Chi ha perso una persona cara ha potuto riconoscersi in lei e nelle sue paure, soprattutto nella paura di perdere di nuovo chi si ama. 

Ho apprezzato il percorso che l’ha portata dal negare i propri sentimenti a combattere come una leonessa per amore. In particolare ho gradito il suo rapporto di amicizia con Nick. Tutti meriteremmo degli amici fraterni come lui, ovvero delle ancore che ci impediscono di affondare e ci mettono davanti anche a quelle verità scomode che vorremmo ignorare. 

La protagonista femminile mi ha ricordato che ci si può rialzare dalla sofferenza, si può tornare a vivere e ad amare senza dimenticare. 

Ogni parola usata dall’autrice trasmetteva dolcezza e se dovessi definire la relazione tra i due protagonisti direi che si tratta quasi di una coccola per il lettore. 

Lo stile della Guarino è informale e in ogni riga si avverte una quotidianità in grado di far immedesimare chi legge con i protagonisti, creando un forte legame con loro. Interessante il modo in cui le vite di Elizabeth e Justin si sono sempre intrecciate, sin dalle prime righe. Per tutto il tempo, noi lettori condividiamo con l’autrice un segreto che i personaggi ignorano. Cosa accadrà quando la verità verrà fuori? 

Assegno a Portami con te 6 stelle su 6. Consigliatissimo. 



martedì 23 maggio 2023

Anyone - Chiunque tu sia (Dunbridge Academy Vol 2) - Recensione: Review Party



Esce oggi Anyone Chiunque tu sia, ovvero il secondo volume della Dunbridge Academy di Sarah Sprinz. Ecco la mia opinione sulla storia di due personaggi, Charles e Victoria, che avevo già amato nel precedente romanzo. Ritroverete anche Emma e Henry.



Sin dalle elementari Charles Sinclair è il migliore amico di Victoria Belhaven-Wynford, l’unico con cui sente di potersi confidare. Ma c’è una cosa di cui non riesce a parlargli: il disagio che prova da quando ha cominciato a frequentare Valentine Ward, il ragazzo più popolare della Dunbridge Academy, per il quale ha preso una cotta. A differenza dei sentimenti che prova per Charles, infatti, Tori sente che quello che la lega a Val non è amore. Ma tutti sanno che l'attenzione di Sinclair è rivolta alla compagna di classe Eleanor, al cui fianco andrà in scena, nel ruolo di Romeo, nella recita annuale del college. Non che a Tori dispiaccia. Se non fosse che sarà lei a dover scrivere personalmente la storia d'amore tra Charles e la sua Giulietta per il corso di sceneggiatura…



La mia opinione 


Ero rimasta affascinata da Tori e Charles durante la lettura del primo romanzo e non vedevo l’ora di gustarmi la loro storia e di leggere Anyone - Chiunque tu sia. 

Avevo altissime aspettative che non sono state deluse, ma superate. 

Anyone - Chiunque tu sia è un meraviglioso friends to lovers che ci riporta tra le aule e le mura della Dunbridge Academy. La Sprinz è stata bravissima a descrivere i turbamenti che possono provare un adolescente davanti alla consapevolezza di essersi innamorato del proprio migliore amico e alla paura di non essere ricambiati. Charles e Tori sono credibili in questo loro tormento interiore così come è credibile la diretta conseguenza di questo tentativo di far finta di nulla per proteggere quell’amicizia che finiscono per mettere in pericolo a causa di quell’assenza di comunicazione che rende difficile qualsiasi rapporto. Riusciranno Victoria e Charles a essere sinceri sui sentimenti che provano l’uno per l’altra? Lo scopriremo solo leggendo.

La cosa che ho particolarmente apprezzato di Anyone Chiunque tu sia è la presenza di un rapporto tossico che viene contrapposto a un rapporto sano.  Spesso le relazioni tossiche vengono romanticizzate negli young adult, mostrando a un target giovanissimo che determinati comportamenti sono normali e sono indice del grande amore tra i due protagonisti. La Sprinz invece costruisce un rapporto chiaramente tossico per un personaggio femminile, Victoria, che ha sempre detestato queste relazioni malsane (quando le leggeva nei libri) e che si è sempre battuta per la parità dei diritti). Ho trovato questa scelta particolarmente azzeccata perché ci mostra come in alcuni momenti di particolare fragilità e insicurezza, qualcuno possa andare contro i propri principi o non accorgersi di averlo fatto e iniziare delle relazioni pericolose e tossiche. Soprattutto la Sprinz è stata brava nel descrivere i meccanismi: un partner tossico ti fa sentire inadeguata a portare avanti le tue passioni per spingerti a rinunciare, non è interessato alla tua opinione ma vuole imporre la propria volontà, ti allontana dai tuoi amici e non ti rispetta come persona, mostrandosi spesso geloso. 

In una relazione sana, invece, il partner ti incoraggia a seguire i tuoi sogni, rispetta i tuoi desideri, non ti allontana dalle persone care e ti rispetta in quanto individuo. Insomma, è giusto che un target giovanissimo venga spinto a capire quando una relazione possa essere o meno pericolosa. 

La parità dei sessi sia nella letteratura che nel dress code è presente in questo romanzo e permette al lettore di trarre degli spunti davvero interessanti. 

Inoltre l’autrice affronta anche il tema dell’abuso di alcolici e di sostanze stupefacenti che vede come protagonisti sia i ragazzi che gli adulti. Queste dipendenze sono state legate alla perdita di controllo e alla violenza domestica, fornendo un grande spunto di riflessione ai lettori. 

Grazie all’inesperienza di Charles, inoltre, vengono mostrate le paure degli adolescenti maschi prima, durante e dopo la loro prima volta. Il tutto in un modo piuttosto realistico. 

La storia di Charles e Victoria vi sorprenderà per la sua dolcezza e farete vostri i loro turbamenti. Un personaggio che assume una certa rilevanza in questo secondo volume è quello di Olive. Riusciremo a capire meglio il motivo del suo comportamento in questi primi due volumi. Credo che possa essere un’ottima protagonista e quindi non vedo l’ora di leggere la sua storia in Anytime - Quando tu vorrai, il terzo volume di questa trilogia (uscirà a settembre). 

Assegno a Anyone - Chiunque tu sia 6 stelle su 6 e ve lo consiglio. 



Fable di Adrienne Young - Recensione: Review Party



Oggi esce Fable di Adrienne Young e io ho il piacere di partecipare al Review Party e di potervi dare la mia opinione. Un'opinione decisamente positiva. 

Ringrazio la Mondadori per la copia digitale in omaggio. 



 

Figlia del più potente trafficante dello Stretto, la giovane Fable ha conosciuto un solo luogo che possa chiamare "casa": una nave ormai colata a picco. Quattro anni prima ha visto la madre annegare durante una terribile tempesta; il giorno seguente il padre l'ha abbandonata su un'isola covo di furfanti. Per sopravvivere Fable ha dovuto imparare a badare a se stessa, senza fidarsi di nessuno e contando solo su ciò che sua madre le ha insegnato. A tenerla viva è il desiderio di lasciare l'isola, ritrovare il padre e rivendicare il proprio posto al suo fianco. Ad aiutarla nell'intento c'è West, un giovane mercante.


Fable però si accorge presto che durante la sua permanenza sull'isola i nemici del padre e i rischi connessi alla sua attività si sono moltiplicati; e, come se non bastasse, West non è chi dice di essere. Ma la ragazza non ha scelta: se vuole rimanere viva, dovrà lottare insieme a lui contro pericoli ben peggiori degli uragani che flagellano lo Stretto.



La mia opinione 


Mi sono innamorata della cover e della versione cartacea di Fable non appena ho visto le foto sulle pagine social della Oscar Vault. Mi ero spesso domandata se anche il contenuto fosse all’altezza di cotanto valore estetico. La risposta è sì. Questo romanzo ha superato le mie aspettative e mi ha trascinato in un mondo che ho adorato. 

All’inizio la nostra Fable mi ha ricordato un personaggio che ho adorato: Rey di Star Wars. Abbandonata in un luogo inospitale dalle persone che avrebbero dovuto prendersi cura di lei e amarla, e poi costretta a cavarsela in un mondo duro, vivendo di espedienti e compiendo azioni moralmente discutibili. Fable è una ragazza coraggiosa, che sa cavarsela in ogni situazione, che affronta pericoli, che conosce le regole per la sopravvivenza e che si è conquistata una fetta del mio cuore per la determinazione e la forza con cui persegue i suoi obiettivi. Fable mi ha insegnato che nella vita dobbiamo trovare la forza di rialzarci e di imparare dai nostri errori. 

Tante sono le regole da seguire se si vuole sopravvivere nel mondo delineato dalla Young: una di queste è non mostrare di tenere a qualcuno ed evitare di provare dei sentimenti per gli altri. Cosa non facile, va detto, perché nel romanzo si intuisce l’essenza di una grande storia d’amore, quella che ha legato i genitori di Fable: Isolde e Saint. 

Ho letto che a loro l’autrice ha dedicato (o dedicherà un romanzo) e sinceramente non vedo l’ora di leggerla perché la madre della protagonista è un personaggio che ispira interesse e dietro alla personalità e al comportamento del padre, a mio avviso, si nasconde un intero universo. Un universo che desidero conoscere. 

Se il mondo ricco di acqua, navi ed equipaggi è un mondo decisamente pericoloso, molti dei personaggi che lo popolano sono in grado di attirare l’attenzione del lettore e di conquistarlo. Mi riferisco a West, Willa, Auster e alla stessa Zola. Riuscirà Fable a cavarsela e a costruire dei rapporti di fiducia con gli altri e allo stesso tempo ad affrontare i mille pericoli che la circondano? Durante la lettura ho avuto l’impressione di essere accanto alla protagonista e di vivere mille avventure con lei. Questo grazie allo stile dell’autrice. Tanti, inoltre, sono i colpi di scena. Ammetto che la romanticona che vive in me ha anche tante aspettative su West e Fable. 

Assegno a Fable 6 stelle su 6 e non vedo l’ora di leggere gli altri volumi. 


venerdì 12 maggio 2023

Una ragazza adorabile di Georgette Heyer - Recensione: Review Party

 


Oggi il blog partecipa al Review Party di Una ragazza adorabile di Georgette Heyer. 

Ringrazio la casa editrice Astoria per la copia in omaggio. 



Sposerò la prima donna che incontro!”


“Sposerò la prima donna che incontro!”

Essere stato respinto dalla fascinosa Isabella Milborne è una vera sciagura per il giovane lord Sheringham: rimanere scapolo, infatti, non gli permette di entrare in possesso di una consistente eredità. Impulsivo come sempre, Sherry decide allora di fare un matrimonio di convenienza… e la prima donna che incontra è la dolce e ingenua Hero Wantage, una ragazza adorabile che lo ama sin dall’infanzia. Hero quasi non crede alla sua buona sorte e si getta – innamorata e riconoscente – tra le braccia di Sherry.

Ma nessuno è pronto ad affrontare la lealtà e il candore di Hero. Di certo non lo è Sherry, troppo cieco per accorgersi di quanto la giovane moglie sia buona e generosa. Ma soprattutto non lo è quel Bel Mondo londinese in cui è permesso ogni intrigo purché lo si ammanti di discrezione e obbedisca alle regole non scritte dell’etichetta.

Così, fra tavoli da gioco e salotti esclusivi, si sviluppa ben presto un’irresistibile commedia degli equivoci, con Sherry che cerca di porre rimedio alle gaffe della moglie (senza riuscirci), con Hero che sconcerta tutti con la sua schiettezza (senza accorgersene) e gli scapestrati amici di Sherry a fare da coro (e da sostegno a Hero). Ma la sorpresa più grande deve ancora arrivare: cosa succede infatti quando un matrimonio di convenienza si trasforma in un’appassionata storia d’amore?


La mia opinione 

Georgette Heyer è una garanzia per i romanzi storici regency. Una ragazza adorabile mi ha immerso in quel mondo ormai lontano, estraniandomi per qualche ora dalla realtà. Le descrizioni erano talmente coinvolgenti che mi è sembrato di essere lì, con i protagonisti, a tifare per Hero e a trattenermi da prendere a sberle il caro Sherry. In particolare ho trovato parecchio interessanti e “adorabili” gli amici del protagonista maschile. La Heyer li ha saputi delineare perfettamente, con i loro pregi e i loro difetti. Più volte sono riusciti a strapparmi una risata e soprattutto il modo in cui hanno sempre sostenuto Hero me li ha fatti guardare con somma benevolenza. Il mio preferito è George, con il suo carattere fumantino e la tendenza a sfidare chiunque a duello. 

George mi ha fatto sorridere molto e ho tifato per lui e la dama dei suoi sogni. 

Una ragazza adorabile ci mostra un modello femminile, incarnato da Hero, che non conosce i canoni della società dell’epoca, fatto di rigide norme di comportamento che erano alla base della propria reputazione. Hero è una donna, giovane, ingenua, che non sa quali comportamenti e amicizie siano adeguate e che soprattutto agisce con il cuore. La sua guida? Un uomo nato in quella stessa società, ma che la spinge a commettere errori senza volere perché troppo egoista per rendersi davvero conto dei sentimenti degli altri e che finisce per non conoscere nemmeno i propri. 

Hero commette molte leggerezze e spesso si mette anche in situazioni pericolose, ma molti dei suoi atti sono genuini, umani, anche se inconcepibili per una società basata solo sulle apparenze. 

La Hayer ci dona un personaggio femminile che è il suo opposto: l’incomparabile Isabella, una ragazza che sa come comportarsi in società, sa come gestire i propri corteggiatori e a tratti è egoista e invidiosa, ma che rischia di venire inghiottita da quei meccanismi sociali che conosce così bene, rischiando di perdere il suo vero grande amore. 

In generale ho provato un po’ di tenerezza per questo personaggio che per certi versi è la nemesi di Hero. 

Non posso non parlare di Sherry, il protagonista maschile di Una ragazza adorabile. Sherry è un ragazzo egoista, pieno di vizi e, per quanto sia ben inserito nella società, assume dei comportamenti che non possono essere considerati modelli per Hero, alla quale pretende di insegnare a vivere. Sherry è buono di fondo, ma non gli è mai stato insegnato a prendere in considerazione i sentimenti degli altri, che finisce per ferire con leggerezza e cinismo. Per esempio non si rende conto delle coltellate che infligge alla moglie con le sue affermazioni o dei pessimi esempi che fornisce alla ragazza. 

In generale avrei preferito che Hero non fosse così succube del marito, pronta a seguire ogni suo dettame, anche il più ingiusto o il più pericoloso. 

La ragazza avrà un riscatto in tal senso? Sherry aprirà gli occhi sui propri sentimenti? Tanti saranno i colpi di scena che vi faranno trascorrere delle ore piacevoli. 

Lo stile della Heyer è formale e curato. Di tanto in tanto usa dei termini che per l’epoca sarebbero stati considerati volgari ma che delineano i personaggi. 

La lettura è scorrevole. Una ragazza adorabile è un romanzo corale, che ci permette di conoscere sentimenti, pensieri e turbamenti di un buon numero di personaggi che ci donano l’immagine di un’epoca ormai lontana. 

Assegno a Una ragazza adorabile 6 stelle su 6. 

Consigliatissimo. 


mercoledì 3 maggio 2023

Meno male che ci siete voi di Amanda Colombo - Recensione: Review Party


Oggi il blog partecipa al Review Party di Meno male che ci siete voi, il romanzo di Amanda Colombo che uscirà domani. Ringrazio la Garzanti per la copia in omaggio.

1. Quando entra un cliente, saluta sempre per primo. 2. Non chiedere mai al cliente cosa vuole, ma come puoi aiutarlo. 3. Ascolta il cliente con attenzione. 4. Mai giudicare. 5. Sorridi. Sorridi sempre. 6. Lascia che chi entra possa girare per ogni pertugio della libreria. 7. Quando entra un bambino, portati alla sua altezza. 8. Appena puoi, osa. Azzarda. Porta il cliente lontano dai suoi gusti abituali. 9. Leggi tanto, tantissimo. 10. Sii paziente. Scegliere un libro è come trovarsi un amico: c'è chi si butta e chi si avvicina con diffidenza. All'alba dei trentacinque anni, Bianca abbandona le Dolomiti per lasciarsi alle spalle un ricordo doloroso e si trasferisce nel paese in cui ha trascorso l'infanzia, poco fuori Milano. Ha deciso di tornare nell'appartamento della nonna, lì dove è stata davvero felice. Perché, sotto casa, c'è «La stanza di Virginia», la libreria del signor Marco, che l'ha sempre accolta con un sorriso e un buon consiglio. È cresciuta tra quegli scaffali polverosi, incartando volumi dietro il bancone e consultando i testi per le ricerche scolastiche. Quando il vecchio libraio le annuncia che sta per chiudere, Bianca non riesce a crederci e, benché dispiaciuta, accetta la proposta di aiutarlo nei mesi che restano. Giorno dopo giorno, impara dal signor Marco i trucchi del mestiere: come prestare orecchio senza essere invadente o come interpretare i gesti dei clienti alla ricerca di un libro. A riempire questa nuova vita ci sono anche le migliori amiche di Bianca, l'incontenibile Mavi e la paziente Dele, ognuna con i propri problemi, ma pronte a sostenersi a vicenda. Eppure, per poter andare avanti, Bianca sa di dover chiudere i conti con il passato. E forse la libreria può rivelarsi un punto di inizio, sia per lei sia per le sue amiche. Da anni Amanda Colombo lavora come libraia e ha imparato a guidare i clienti nella scelta di un libro, scoprendo che, spesso, non sono alla ricerca solo di una buona lettura. Dalla sua esperienza è nato "Meno male che ci siete voi", un esordio che non è solo un inno alle librerie, ma soprattutto una storia di amicizia e crescita, che passa attraverso il dolore e rifiorisce grazie alla carta stampata. Perché non c'è un'età giusta per scoprire e inseguire una passione.

La mia opinione 

Meno male che ci siete voi è una carezza, una vera coccola. Se amate i libri, le librerie e il mondo dell'editoria, questo romanzo fa il caso vostro. L'autrice, infatti, lavora da anni come libraria e questa sua passione esce dalle pagine e raggiunge il lettore che può capire meglio le caratteristiche di questo lavoro e il potere dei libri di curare ferite e fornire anche nuovi inizi. 
La caratteristica di Meno male che ci siete voi che mi ha colpito è il realismo e la profonda quotidianità dei personaggi e delle relazioni che ci vengono mostrati anche grazie a uno stile che ricorre al linguaggio parlato e spesso anche dialettale. Le situazioni che le protagoniste si trovano a dover affrontare sono quelle con cui  molte persone nella realtà si trovano a dover fare i conti.  E i personaggi che le vivono sono tali da permettere una grande immedesimazione. Qualcuno avrà una suocera come Deli, oppure un padre come Mavi, o un dolore da superare come Bi. La loro amicizia è reale perché si nutre di situazioni in cui è facile immedesimarsi. Anche gli screzi, i compromessi sono reali, così come il fatto che la vita spesso ci conduce verso direzioni che a venti anni non si immaginavano e che, come deve imparare a fare Mavi, i cambiamenti vanno accettati. Quali cambiamenti, quali nuovi inizi fornirà la libreria alle nostre protagoniste? Lo scopriremo solo leggendo. 
Ho amato il rapporto che si è instaurato tra Bi e il signor Marco. Un rapporto pieno di amore, affetto e una comune passione: quella per i libri.
Assegno a Meno male che ci siete voi 6 stelle su 6. Consigliatissimo.