L'enigma dell'acqua Parte 1 (La coscienza di Cain) di Constance S - Blogtour: Tappa Roma e i suoi misteri

 


Oggi partecipo al Blogtour dedicato a L'enigma dell'acqua parte 1. L'autrice è la bravissima Constance S. Vi parlerò di Roma e dei suoi misteri. Ringrazio la Genesis Publishing per la copia digitale in omaggio.


«Sei cambiata. Fatico a riconoscerti, ormai. Che senso ha essere tornato? A che mi serve la memoria se non posso averti, se non posso… toccarti?» sibilò, ansante, accanto al suo volto. «Non li voglio i ricordi. Sono una condanna, se tu non mi vuoi.» Le nostre decisioni hanno il potere di influenzare il futuro? Siamo davvero liberi di scegliere? Esistono legami indissolubili, in grado di oltrepassare qualunque confine. Solo che Alexandra non lo sa. Soffre. Si interroga. Non capisce cosa sta succedendo. Cain ha mantenuto la promessa. Ma a quale prezzo? Un’antica maledizione incombe su di lui, portandolo ogni istante sull’orlo di un abisso sempre più nero. Un marchio lo ha segnato, un enigma lo ha condannato. Forse per sempre. Non c’è pace per l’Ingannatore di Anime, se non accanto a una misteriosa fanciulla in grado di lenire la sua rabbia. Chi è Olivia? Cosa prova Cain per lei? L’ombra del tradimento brucia come il fuoco della passione, difficile da controllare. Sospesi in un limbo fatto di dubbi, attese e orgoglio ferito, Cain e Alexandra sono costretti a mettere da parte le incomprensioni e a unire le forze per risolvere “L’Enigma dell’Acqua”. Prima che sia troppo tardi. Prima che ogni cosa vada perduta. L’enigma dell’acqua - Part One è la prima parte del volume conclusivo della saga Paranormal romance e Urban fantasy La Coscienza di Cain che darà finalmente un epilogo alla travagliata storia d’amore di due protagonisti soprannaturali e indimenticabili.

Roma e i suoi misteri 



Il romanzo di Costance S, L’enigma dell’acqua parte 1,  ha una protagonista d’eccezione: Roma. Roma è la città dove sono nata e cresciuta. La città che amo e che considero la più bella del mondo, insieme a Venezia. Nel romanzo ho ritrovato la descrizione dei vicoli brulicanti di turisti, italiani e non. Un turbinio di accenti e lingue diverse. Roma è una città che incanta coloro che la visitano e che spesso noi romani diamo un po’ per scontata. Forse sono più la ragazza che legge su un autobus quando passa davanti a un monumento o che si lamenta per il traffico perché ha un appuntamento. Oggi vorrei condividere con voi le bellezze e le curiosità sulla mia città. 


Castel Sant'Angelo



Castel Sant’Angelo viene più volte citato nel romanzo. Per me è legato alle gite scolastiche delle elementari e ai compagni di scuola di quegli anni. Lo collego allo stupore di un bambino davanti ai racconti delle guide e alla meraviglia della fortezza.  In età adulta Castel Sant’Angelo è legato alle passeggiate con una delle mie amiche più care e alle corse in autobus sperando di arrivare in tempo per lo spettacolo proiettato al Cinema Adriano. 




Castel Sant’Angelo 

Si trova al di là del Tevere, oltre Roma (per rendere la struttura visibile a tutti). Per raggiungerla si deve attraversare un ponte, ponte Elio, oggi Ponte Sant’Angelo. 

In 2000 anni ha cambiato nome, funzione e volto, adattandosi ai cambiamenti della città eterna e diventandone uno dei simboli oltre che uno dei monumenti più visitati dai turisti. Castel Sant’Angelo è stato un castello medievale, una residenza papale e un tribunale dove si eseguivano le sentenze di pena capitale. Oggi  Castel Sant’Angelo è un museo e un sito archeologico di rilievo, ma alle origini, in età romana,  era stato costruito per volere dell’imperatore Adriano con la funzione di un mausoleo ( come le antiche Piramidi dei Faraoni) per accogliere il corpo  dell’Imperatore dopo la sua morte. Sono chiaramente risalenti all’età romana i mattoni perfettamente allineati che è possibile ancora oggi ammirare. A tre metri dal suolo calpestato da turisti, romani, autobus e veicoli (all’epoca era proprio quello il livello del manto stradale), sorge l’atrio del Mausoleo in travertino. Colpisce l’attenzione del visitatore la nicchia, ora completamente spoglia, ma che in passato accoglieva  al suo interno una gigantesca statua dell’Imperatore Adriano. Il Mausoleo aveva una struttura quadrata di 90 metri per lato, sopra alla base vi era un tamburo in marmo con delle statue sormontato da un bosco. Infine era presente una statua in bronzo dorato che raffigurava una quadriga guidata dal Dio Elio (Sole) con il volto dello stesso Adriano. Quando l’Imperatore morì la costruzione del Mausoleo non era stata ancora terminata, quindi le sue ceneri, contenute in un’urna dorata,furono introdotte al suo interno successivamente. Salendo una scalinata per ben dodici metri, è possibile raggiungere la sala delle urne, dove riposano molti imperatori romani fino a Caracalla. 

Castel Sant’Angelo fu anche una residenza papale. Degna di nota è la loggia, voluta da Papa Giulio II quando si trasferì a Castel Sant’Angelo in attesa che Raffaello terminasse di dipingere le sue stanze. Una curiosità: la loggia è rivolta verso Roma e non verso San Pietro. Perché? Papa Giulio II aveva iniziato molti progetti nella città eterna e desiderava vedere con i propri occhi i cambiamenti che le sue opere avevano innescato a Roma e nella vita dei suoi abitanti. Un esempio è la Via Giulia. 

La loggia è nota anche con il nome di Loggia delle Benedizioni, perché proprio da qui il Papa si affacciava per benedire il popolo. 

Dalla loggia è poi possibile passare nella Sala Paolina, che prende il nome da Papa Paolo III Farnese, noto per aver commissionato a Michelangelo il Giudizio Universale. Con l’intento di trasformare una stanza austera in una vera e propria sala di rappresentanza, Papa Paolo III si affidò al pittore Perin del Vaga. La stanza è un capolavoro di affreschi, marmi e stucchi. Colpiscono in maniera particolare le due figure dipinte sulle pareti brevi per creare una sorta di continuità tra la Roma Imperiale e quella cristiana: da una parte infatti troviamo l’imperatore Adriano e dall’altra San Michele Arcangelo. Perché fu scelto proprio San Michele Arcangelo? La leggenda narra che nell’anno 590 durante un'epidemia di peste, papa Gregorio Magno decise di  organizzare  una processione che culminò proprio davanti a Castel Sant’Angelo. Giunti davanti alla fortezza, infatti, apparve l’Arcangelo Michele che rinfoderava  la spada. Era il segno che l’epidemia stava per terminare. Divenne quindi proprio lui il protettore cristiano della fortezza e la sua statua è stata posizionata in cima al castello. 

Una curiosità sugli affreschi di San Michele Arcangelo presente nella Sala Paolina. Sotto la figura dell’Arcangelo Michele potete notare due babbuini. Alberto Angela ci spiega la loro presenza: erano il dono di un ambasciatore al Papa. La vista che si gode dalla cima di Castel Sant’Angelo è spettacolare. Proprio qui vengono generalmente girate le scene finali della Tosca, ovvero quelle legate al suicidio della protagonista. In passato Castel Sant’Angelo era stato anche una prigione, dove venivano anche eseguite le pene capitali. Le fucilazioni però, come ci ricorda Alberto Angela, non avvenivano in cima, ma in un cortile apposito chiamato il cortile delle fucilazioni.

Piazza di Spagna per me rappresenta l’estate. Stare seduta con gli amici sulla scalinata per riposarsi dopo una passeggiata e ammirare la Barcaccia, sognando un attico che si affacci sulla Piazza. 


Trinità dei Monti a Piazza di Spagna




Trinità dei Monti - Piazza di Spagna - il Pincio. 


In epoca romana nella zona del Campo Marzio, sul Pincio, luogo in cui ora possiamo ammirare la chiesa di  Trinità dei Monti e la famosissima Piazza di Spagna, sorgeva una villa con meravigliosi giardini, i famosi Horti Luculliani. Chi era, però, Lucullo, colui che inventò la moda degli Horti ovvero “ giardini del piacere”? Lucullo era un generale romano, che aveva combattuto sotto Silla, e che in seguito era diventato console. Grande nemico di Pompeo, si ritirò dalla vita pubblica quando fu rimpiazzato da quest’ultimo al comando della spedizione impegnata in Oriente. La Villa e i giardini erano tra i più belli dell’Antica Roma. Furono abbandonati durante il Medioevo .In quegli anni, ci ricorda Alberto Angela, sul Pincio era possibile trovare degli animali al pascolo. Tutto cambiò due anni dopo la scoperta dell’America, nel 1494, quando il Re francese Carlo VIII acquistò l’area per realizzarvi un convento per i frati Minimi dell’ordine di San Francesco di Paola. Si stava dando vita al complesso di Trinità dei Monti, composto dalla chiesa e dal Monastero. Accanto al monastero l'architetto Carlo Madella e lo scultore e architetto Giacomo della Porta  (ex allievo di Michelangelo e del Vignola) realizzarono la famosa chiesa. Dalla quale è possibile assistere a uno spettacolo che mozza il fiato. Infatti davanti alla chiesa e in cima alla scalinata di Piazza di Spagna si trova il famoso Obelisco Sallustiano, proveniente dall’ Egitto con iscrizioni, però di epoca romana. Infatti fu inserita la copia di un testo egiziano ma con alcuni caratteri al contrario.  Angela ci ricorda, in tal senso,  che gli esperti hanno riscontrato degli errori tipici di coloro che non conoscevano bene l’egiziano. In cima,  inoltre, possiamo notare il famoso Giglio di Francia. Dopo varie traversie e diverse collocazioni,  l’obelisco fu fatto inserire da papa Pio VI nel complesso di Trinità dei Monti. I lavori per la sua installazione terminarono nel 1787 La realizzazione della famosa scalinata di Trinità dei Monti fu affidata agli architetti Francesco de Sanctis e Alessandro Specchi. La sua finalità era collegare l’ambasciata dei Borbone di Spagna, che sorgeva sulla piazza a cui dà il nome, e la Chiesa di Trinità dei Monti. Fu inaugurata da Papa Benedetto VIII in occasione del Giubileo del 1725.

I 136 scalini, che ormai fanno parte del nostro immaginario collettivo conducono verso la piazza e verso la famosa Barcaccia, capolavoro realizzato da Pietro e Gian Lorenzo Bernini. 

Perché sull’opera sono rappresentate delle api e una tiara papale? 

La fontana fu commissionata da Papà Urbano VIII nel 1626 e a testimonianza di questo troviamo sull’opera delle api scolpite, ovvero il simbolo della famiglia Barberini, e una tiara papale. 

Perché la fontana si chiama Barcaccia? Alberto Angela in Ulisse ci fornisce una interessante risposta. In quegli anni c’era stata una piena del Tevere e a quanto pare una barca (una barcaccia) era stata trasportata fin lì e questo fu lo spunto che i Bernini colsero. 

Perché la Barcaccia è  così bassa? 

Ancora una volta Alberto Angela nella trasmissione Ulisse, ci fornisce la risposta. Le barche da trasporto erano molto basse per agevolare il carico delle merci e per questo anche la fontana ha la medesima caratteristica. Fu così che una umile barca divenne il simbolo del Barocco Romano.


Perché la Barcaccia non è caratterizzata da zampilli alti e da coreografie acquatiche? L’acquedotto dell’Acqua Vergine, che riforniva la fontana, aveva una pressione molto bassa che impediva appunto degli alti zampilli.  Per questo i Bernini decisero di optare per una struttura molto bassa (questo risponde in parte anche alla domanda precedente). 


Il Vittoriano




Il Vittoriano per me significa essere giunti al centro della città. Lo collego allo shopping in libreria e alle passeggiate a via del Corso o a Largo Argentina. Lo collego anche alle mostre che vengono allestite al suo interno in appositi spazi museali. Mostre importanti che spesso ho visitato con persone altrettanto importanti. 


Il Vittoriano: l’altare della Patria e la statua di Vittorio Emanuele a cavallo. 


Dove si trova il Vittoriano e quali monumenti possiamo notare nelle sue vicinanze? 


Il Vittoriano è un vero e proprio colosso in marmo. Forma quasi la quarta parete di Piazza Venezia e al,le sue spalle si può ammirare il foro romano, mentre accanto possiamo trovare la basilica di Santa Maria dell’Aracoeli e il Campidoglio (vero e proprio simbolo di Roma). 

Fu costruito alla fine dell’ottocento come segno di apertura della Roma antica alla modernità.

Qualche numero e alcune curiosità sul Vittoriano. 

 Una volta oltrepassata la cancellata in ferro pieno lunga 40 metri,, si devono salire ben 243 gradini  per arrivare in cima. Alto fino a 80 metri di altezza e largo 135 metri. 

L’altare della Patria e il Milite ignoto. 

Nel complesso del Vittoriano è presente l’Altare della Patria dove riposa il Milite Ignoto, ovvero un giovane soldato morto durante la Prima Guerra Mondiale e di cui si ignorano appunto le generalità e che diventa il simbolo di tutti coloro che hanno donato la loro vita per Patria durante la Grande Guerra. I soldati, appartenenti a tutti i rami delle Forze Armate (marina, aeronautica, esercito ecc ecc) vi montano la guardia e si può quindi anche assistere frequentemente  al cambio della Guardia.  


La statua di Vittorio Emanuele II 


Nato per celebrare Vittorio Emanuele II e l’intero Risorgimento, ci sono voluti 50 anni per costruirlo: dal 1885 al 1935. Il concorso per la sua realizzazione fu vinto dall’architetto marchigiano Giuseppe Sacconi, che all’epoca aveva solo trent’anni.  Il marmo scelto non fu il travertino romano, ma il botticino, presente nel bresciano, che dona una tonalità più fredda al monumento. 

Al centro  vi è la statua di Vittorio Emanuele a cavallo. Alta quanto un edificio di quattro piani, il solo zoccolo è lungo mezzo metro. Durante la costruzione fu imbandita al suo interno una cena per 12 persone. Di tutte le statue presenti nel complesso del Vittoriano questa è l’unica rappresentata in modo realistico. le altre sono simboliche e metaforiche, rappresentano i valori civili del popolo Italiano, le arti, le città conquistate dopo la Prima Guerra Mondiale.  Insomma l’unico personaggi reale è proprio il Re. 

Per costruire l’intero monumento fu abbattuto un intero quartiere medievale. I riferimenti alla Roma antica e all’antichità in generale sono evidenti all’interno del complesso del Vittoriano. 



Piazza Navona
la sua struttura a forma di stadio dovuta al preesistente Stadio di Domiziano 



Voglio concludere ricordando un luogo che per me, nata e cresciuta a Roma, rappresenta il Natale: Piazza Navona. Le bancarelle di dolciumi e quelle dei giocattoli, i pittori di strada che realizzano ritratti e la folla di romani che si accalca tra i banchi perché non si può far passare l’Epifania senza essere stato a Piazza Navona. Bambini, adulti, ragazzi. Piazza Navona a Natale ha offerto per anni ha offerto a tutti noi uno spettacolo meraviglioso. 

Piazza Navona è una piazza monumentale tra le più belle della capitale. La sua costruzione fu voluta da Papa Innocenzo X appartenente alla famiglia Pamphili. La forma è molto particolare: infatti è quella del preesistente stadio di Domiziano. A impreziosirla vi è la celebre fontana del Bernini,  dove avvenivano dall’età barocca, dei veri e propri giochi d’acqua. Questi spettacoli furono aboliti nel 1866 da Pio IX.

Piazza Navona fu anche la sede di un fiorente mercato rionale, che in epoca moderna fu spostato nella vicina Campo dei Fiori. Questa funzione fu mantenuta solo durante le festività natalizie: la famosa Befana a Piazza Navona nota a generazioni di romani, me compresa. 










 



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