La ragazza di Portofino di Siobhan Daiko - Recensione: Review Tour


Oggi il blog partecipa al Review Tour de La ragazza di Portofino, il terzo romanzo della serie Ragazze della Resistenza Italiana, scritta da Siobhan Daiko.



 Dopo La Ragazza di Bologna, Siobhan Daiko torna con La Ragazza di Portofino, una lettura epica autoconclusiva che vi condurrà nella meravigliosa riviera ligure e sulle aspre montagne del suo entroterra. La Ragazza di Portofino è la storia di una perdita straziante, di incredibile coraggio e di segreti mai confessati.


Nel 1970 Gina Bianchi ritorna nella bellissima Portofino per partecipare al funerale di suo padre, accompagnata da Hope, la problematica figlia ventiquattrenne.


Lì, Gina è assalita da vividi ricordi della Seconda Guerra Mondiale, un periodo in cui lei si era unita alla Resistenza mentre sua sorella Adele lavorava per i tedeschi.


Nella sua vecchia camera, Gina legge il diario che Adele aveva scritto durante la guerra. Quando Gina apprende la verità sconvolgente, è costretta ad affrontare la dura realtà del suo passato. Riuscirà finalmente a placare i suoi fantasmi o continueranno a tormentare sia lei che le persone che ama?


La mia opinione 


La ragazza di Portofino è il terzo libro dedicato alla Resistenza e alle donne che vi hanno partecipato. Un romanzo intenso, che lascia incollati alle pagine e che fa riflettere, soprattutto alla luce di una società che tende a confondere il nero con il bianco e a omologare le scelte che vengono compiute. In particolare, all’interno ho trovato una risposta alla polemica che ci ha accompagnato ultimamente, legata a Via Rasella e all’eccidio delle Fosse Ardeatine. 

Erano fuggiti sulla cima del monte Ramaceto dove avevano guardato con orrore il villaggio sottostante che veniva saccheggiato e raso al suolo. Sette abitanti erano stati uccisi, quando i nazisti avevano saputo che i partigiani erano in zona. Gina era sorpresa che la gente del posto continuasse a sostenerli dopo la tragedia. Aveva immaginato che un tale terrore avrebbe fatto rivoltare i contadini contro di loro, ma non era successo. Invece, i bifolchi, come erano generalmente chiamati, ne avevano abbastanza di Mussolini, perché non aveva fatto niente per loro. E ora le truppe del suo amico Hitler stavano occupando il paese, prendendo cibo prezioso e portando persino i contadini nei campi di lavoro. Quello era il motivo per cui erano fermamente dalla parte dei partigiani e pronti a soffrire per la loro fedeltà.

La storia di Gina e Adele è una storia di coraggio e di amore: di coraggio che si esprime con scelte difficili fatte per la libertà e anche per difendere la vita delle persone che si amano. Di scelte difficili fatte sostanzialmente per amore, quell’amore che si manifesta in mille sfumature: l’amore per un uomo, per un figlio, per una sorella, per i propri compagni di armi o anche per degli emeriti sconosciuti che vengono trucidati senza pietà dai nazifascisti. 

Il forte legame e la riscoperta di queste due sorelle emoziona e ci trasporta nella Portofino dell’occupazione tedesca e poi, successivamente, in quella degli anni’70. Anni in cui la Guerra è ormai un ricordo lontano che lacera, però, ancora l’anima di coloro che hanno combattuto, sofferto e perso persone care in quei mesi terribili e bui e che ci ricordano, in fondo, quello che sta accadendo in Ucraina oggi. In una Europa di nuovo in guerra. 

Anche gli anni’70 con la loro cultura hippie sono presenti e ci permettono di inquadrare meglio l’epoca in cui vive Hope, Speranza, un personaggio che cerca la propria strada, non tra poche difficoltà e verità da scoprire, e che sembra averla trovata a Portofino. Hope che vive in un mondo completamente diverso da quello in cui vivevano Adele e Gina, ma anche lei con le sue ferite, i suoi problemi e il suo desiderio di affermarsi. 

La storia di Adele mi ha colpito molto e devo dire che fino alla fine non avevo intuito un grande colpo di scena a lei legato. Adele mi ha insegnato che possiamo fare del nostro meglio, conoscendo i nostri limiti e le nostre difficoltà. Mi ha insegnato anche che non si sceglie chi amare e che, spesso, l’amore che proviamo, però, ci costringe a fare scelte anche difficili. 

Amo il modo in cui la Daiko descrive quel periodo storico che ha segnato la storia dell’Italia e il sacrificio di coloro che sono morti per consegnarci un Paese libero.

Tra poco sarà il 25 aprile e leggere questo romanzo, proprio a qualche giorno da questa ricorrenza, è stato fonte di ispirazione. 

Lo stile dell’autrice è semplice, colloquiale e capace di arrivare dritto al cuore di ciascuno di noi.

Assegno a La ragazza di Portofino 6 stelle su 6. Consigliatissimo.

Ottimo l’espediente narrativo utilizzato per narrare la storia di Adele. Una storia indimenticabile. 


 


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