Storytelling Chronicles - Ottobre 2022: Sto ballando con il tuo fantasma? di Silvia Bucchi


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Torno a scrivere per la rubrica Storytelling chronicles, ideata dalla mia amica Lara de La nicchia letteraria. 

Il tema del mese è piuttosto complesso. 

Dovevamo seguire le seguenti direttive:

1) I protagonisti devono essere cinque e devono essere tutti amici 

2) La storia deve descrivere un loro classico sabato sera in compagnia.

3) Deve esserci almeno un colpo di scena da far cascare le braccia 

4) Dovete citare al più tre colori diversi, non importa il come o il perché 

5) Avete presente le due canzoni che state ascoltando di più in questo momento?  Mettetecele. 

6) Il finale deve indurre il lettore a porsi domande, ergo essere aperto. 

7) Non superate le 3000 parole 

8) Infine nella prosa e/ o nei dialoghi dovranno apparire minimo 8 domande. 


Le canzoni che ho scelto sono 

Dancing with your ghost di Sasha Sloan 

Angel Baby di Troye Sivan




 «Che serata. Un gruppo di novantenni mostrerebbe più vitalità.» Martina sbuffa e appoggia la testa sulla spalla di Edoardo, il suo fidanzato. Entrambi sono seduti sul grande divano di pelle che mia madre ha deciso di posizionare al centro del soggiorno. Federica e Giovanna sono proprio di fronte alla coppia, sdraiate sull’altro divano, quello preferito da Mosé, il  gatto persiano, che le osserva soffiando pieno di rancore, dopo essere stato sfrattato dalle mie amiche. 

«Cosa avresti voluto fare? Andare in qualche pub e rischiare di ammalarti di nuovo di Covid?» Fede scuote la testa  fissando prima  Martina e subito dopo Mosè. 

Mi avvicino al gruppo con un vassoio colmo di pizzette. Sembro uno sciatore ubriaco mentre cerco di evitare di inciampare sui palloncini bianco, rossi e verdi che erano rimasti in cantina dopo l’ultima partita della nazionale italiana e che Edoardo  ha insistito per gonfiare dopo averli scovati nell’angolo in cui mia madre li aveva riposti qualche mese prima. 

Sospiro mentre appoggio finalmente i rustici su un tavolino posizionato tra i divani. Nessun palloncino è stato sacrificato e anche le pizzette sono rimaste sul vassoio senza suicidarsi sul pavimento. 

Devo essere invisibile perché gli sguardi di Martina e Federica mi trapassano senza fermarsi né su di me né sulle meraviglie sfornate dal panificio sotto casa. 

«Volete assaggiarle?  Sono buonissime.»

«Fede, se tu hai paura, puoi anche murarti viva dentro casa. Noi vogliamo vivere, uscire. Non è vero, Edo?»

Lui per tutta risposta afferra una pizzetta e la ingoia in un solo boccone. 

«Buonissima.»  mi rassicura. Il mio umore ormai è come quello di Mosè, che continua a sbuffare e a lanciare degli sguardi assassini contro Martina e Federica. Accenno un sorriso a Edoardo, mi avvicino al tavolo e prendo una delle sedie, che posiziono accanto ai divani.

«Perché Leonardo non è venuto? Almeno non sarei stato l’unico maschio. Quando Martina e Fede iniziano a litigare, ho bisogno di sorseggiare una birra con Leo.» 

«Ha dovuto accompagnare i genitori a Terni. Sono andati al cimitero dai nonni.» 

Non pronunciamo più una parola, anche se l’ambiente intorno a noi è tutt'altro che silenzioso. 

«Saresti capace di prendere il povero Mosè e immergerlo in una bacinella piena di alcol pur di disinfettarlo. O sbaglio?» Martina afferra una patatina e la morde con forza.

«Siamo giovani. I giovani non muoiono così facilmente.» Aggiunge, mentre ingoglia lo snack in un sol boccone.

Sento un colpo allo stomaco e per poco non mi piego in due. Dopo tre anni il cuore non dimentica ed è a pezzi. Nonostante la laurea, nonostante gli amici, i sorrisi ritrovati, i genitori e lui… Leonardo. 

Tommaso non c’è più ed era giovane. Martina sbaglia. Non è vero che i giovani non muoiono, che non si ammalano, che non restano vittime di qualche terribile incidente. 

Ora il soggiorno è immerso nel silenzio, persino Mosè ha smesso di soffiare. Si è avvicinato alle mie gambe e ha iniziato a strofinarsi alle mie caviglie. 

Intanto tre paia di occhi si fissano su Martina in un muto rimprovero. 

Edo si alza e domanda: «Metto  un po’ di musica, volete?»

Giovanna, che fino a quel momento è rimasta in silenzio, annuisce. 

Edoardo si avvicina alla smart tv, afferra il telecomando e dopo aver premuto un tasto chiede ad Alexa di farci ascoltare della musica romantica.


I need a lover to keep me sane

Pull me from hell, bring me back again

Play me the classics

Something romantic

Give him my all when I don't even have it


Ho bisogno di un amante che mi mantenga sano di mente

Tirami dall'inferno riportami indietro

Suonami i classici, qualcosa di romantico

Dagli tutto me stesso quando non ce l'ho nemmeno

Ho sempre sognato un viso solenne

Qualcuno che si sente come una vacanza

Ma ora sono a pezzi, a malapena credendo

Inizio a pensare che ho perso tutti i sentimenti


Quando avevo incontrato Leo per la prima volta, avevo davvero bisogno di qualcuno che mi mantenesse sana di mente. Una persona in grado di amare le mie ferite e portarmi via da quell’inferno di dolore e ricordi. Come avrei potuto accettare che il mio primo grande amore se ne fosse andato per sempre a causa di un pirata della strada?

Trascorrevo le giornate sotto le coperte, non ordinavo la mia stanza e mi dedicavo solo allo studio. Dovevo laurearmi per due e realizzare, con la mia laurea, anche il sogno di Tommaso.

Vivevo come uno spettro che vagava per la casa o forse mi stavo abituando a danzare con un fantasma, con il ricordo di qualcuno che non sarebbe mai tornato da me. 

Mosè mi aveva salvato senza saperlo, anche se per farlo aveva dovuto rischiare molto. 

Quel birbante aveva ingerito una lucertola o almeno così avevo supposto, quando l’avevo notato vomitare. 

Non posso perdere anche lui. Avevo iniziato a tremare, il cuore batteva forte. 

Non so come ero riuscita a raggiungere  in auto l’ambulatorio veterinario più vicino senza fare un incidente o investire qualcuno.

Leonardo era lì… Si era appena laureato in Veterinaria e stava aiutando i suoi genitori, entrambi veterinari, a gestire l’ ambulatorio di famiglia.

«Mio padre si occuperà di quel birbante di Mosè, non devi preoccuparti.» Mi aveva tenuto compagnia e offerto una tisana,  mentre il mio cucciolo veniva visitato. 

«Avevo capito che avevi bisogno di aiuto e non solo per Mosè e la lucertola.» Mi aveva spiegato, in seguito. 

«Stefania, mi hai folgorato. In quel momento ho deciso che avrei fatto di tutto per riportare il sorriso sul tuo viso.» Aveva aggiunto. 


You came out the blue on a rainy night, no lie

I'll tell you how I almost died

While you're bringing me back to life




Sei uscito il blu in una notte piovosa, nessuna bugia

Ti dirò come sono quasi morto

Mentre mi stai riportando in vita


Osservo Edoardo e Martina ballare e avverto un enorme senso di vuoto. Leonardo non c’è e i ricordi fanno capolino con più insistenza. La canzone scelta da Alexa, intanto, è cambiata.


Never got the chance

To say a last goodbye

I gotta move on

But it hurts to try

How do I love

How do I love again?

How do I trust

How do I trust again?


Non ho mai avuto la possibilità

Di dire un ultimo addio

Devo andare oltre

Ma fa male provarci


Come posso amare, come posso amare di nuovo?

Come faccio a fidarmi, come faccio a fidarmi di nuovo?




 Torno indietro nel tempo, gli anni scorrono a ritroso e, invece di un sabato sera qualunque con gli amici, è la serata di Halloween.

Sono circondata da coppie che si sbaciucchiano  Una voce, però, mi fa sussultare. Una figura si avvicina: indossa un mantello, un vestito elegante e dei denti finti. Il solito vampiro, insomma. Una creatura delle tenebre con un naso all’insù che sembra stato scolpito da un artista e dei capelli neri che chiedono di essere accarezzati.  Quando gli occhi dello sconosciuto si posano sui miei comprendo il significato di espressioni come “c’è elettricità nell’aria” o “sento le farfalle nello stomaco”. 

Vuoi ballare? mi domanda



E così, con un ballo, Tommaso era entrato nella mia vita e, anche quando ne era uscito in un modo tanto tragico, avevo continuato a ballare con il suo fantasma. Fino a quando non era arrivato Leonardo, che mi aveva insegnato a guardare avanti e a lasciare i fantasmi nel passato. 


I put the record on

Wait 'til I hear our song

Every night I'm dancing with your ghost

Every night I'm dancing with your ghost


Faccio partire la registrazione

Aspetto finché sento la nostra canzone

Ogni notte ballo col tuo fantasma

Ogni notte ballo col tuo fantasma




Le note mi fanno sussultare. Apro gli occhi, getto a terra la coperta e mi alzo. 

Chi ha azionato Alexa? Perché mi sono addormentata sul divano del salotto?

 I miei amici sono tornati a casa e persino Mosè ha raggiunto la sua cuccia in cucina.

La finestra si spalanca, un tuono che squarcia l’aria… 

Una figura si avvicina. La luce del lampo la illumina.  Conosco ogni dettaglio di quella persona, che ora è davanti a me… Quei capelli neri, quel naso all’insù… 

Sussurro un nome

Vuoi ballare con me? Il giovane mi porge la mano.



I stay up all night

Tell myself I'm alright

Baby, you're just harder to see than most

I put the record on

Wait 'til I hear our song

Every night I'm dancing with your ghost

Every night I'm dancing with your ghost

Every night I'm dancing with your ghost


Sto sveglia tutta la notte

Dicendo a me stessa che sto bene

Baby, tu sei solo più difficile da vedere rispetto a molti

Faccio partire la registrazione

Aspetto finché sento la nostra canzone

Ogni notte ballo col tuo fantasma

Ogni notte ballo col tuo fantasma

Ogni notte ballo col tuo fantasma














Commenti

  1. Ciao Silvia! Che dire... ho i brividi. Hai scelto una delle canzoni che più mi commuovono ultimamente, Dancing with your ghost, e le hai reso giustizia in un racconto che mescola reale e immaginario lasciandomi piena di domande e di curiosità, che mi ha spiazzata sul colpo di scena e mi ha toccata profondamente con tutte le frasi e i commenti iniziali sul Covid, su come sia entrato nella nostra quotidianità, su come faccia ormai parte delle nostre vite anche se sembra che fin troppi se ne siano già dimenticati, siano andati oltre, anche se tanti ci hanno lasciato a causa di questo. Sei stata veramente bravissima! Non sapevo cosa aspettarmi dai nostri scritti visto le tante cose da inserire, e visto che ognuna di noi ha pensato a cose diverse, ma devo dire che il tuo racconto mi resterà impresso. Complimenti!

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    Risposte
    1. Grazie... L'ho scritto dopo aver seguito una lezione sul colpo di scena e ho tentato di utilizzare quello che ho appreso anche in questo racconto. Felice di esserci riuscita. Sto vedendo molti video sulle serie asiatiche con Dancing with your ghost e mi sono innamorata della canzone. L'ho ascoltata fino alla sfinimento. Grazie ancora. Per avermi dedicato del tempo. Grazie.

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  2. Ciao.
    Complimenti per il finale aperto, perché io adesso muoio per la curiosità di sapere cosa, come, quando, chi, tutto. Io adesso voglio sapere di più, tu sei riuscita a scatenare la mia curiosità con questa storia quindi bravissima.
    Il racconto mi è piaciuto davvero tanto, complimenti.

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  3. Mi hai lasciato davvero di stucco, Silvia. Amo i tuoi racconti ambientati in Corea, sai, ma devo dire che questo cambio di ambientazione ti è riuscito molto bene. Mi sono molto commossa e mi hai fatto anche venire i brividi (in senso buono eh). Sei stata davvero brava!

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