La sorella minore II di Catherine Hubback - Blogtour: L'intervista alla traduttrice, Maria Elena Salvatore

 


Il blog partecipa al blogtour de La sorella minore II, di Catherine Hubbak.

Per la mia tappa vi propongo un'intervista, quella alla traduttrice Maria Elena Salvatore che si sta occupando della trilogia de La sorella minore. 

Per prima cosa, però, vi segnalo la trama. 





Anche nel secondo volume di questa storia sarà la morte di un personaggio a rimescolare le carte e definire la sorte degli altri. La morte del vecchio Mr Watson, infatti, oltre a spezzare il cuore dei propri cari, porterà inevitabilmente a rivoluzionare il destino già incerto dei figli, in particolare quello delle quattro figlie ancora senza marito. Con la morte del padre, Emma rivive lo stesso dolore della perdita dell'amato zio e ne subisce le identiche drammatiche conseguenze. Ancora una volta tutto è destinato a cambiare e di nuovo nulla può essere certo per una fanciulla in età da marito che non è disposta a cedere al dovere e che reclama la propria indipendenza. In una società rinomata per le proprie rigide e insindacabili regole, però, potrà mai una giovane donna decidere del proprio destino con uno spirito d'indipendenza completamente sconosciuto all'universo femminile del tempo?





Buongiorno Maria Elena.  Grazie per la disponibilità e benvenuta sul blog Silvia tra le righe. 

Per me è un vero piacere poterti intervistare dopo aver letto i capolavori che hai tradotto per la Vintage Editore. 

Volevo proprio iniziare la nostra intervista chiedendoti quale è stato il tuo percorso formativo e come sei approdata nella grande famiglia Vintage? 


Sono laureata in Lettere moderne e ho svolto diversi corsi professionale sui mestieri dell'editoria. 

Essendo britannica per parte di madre, la mia fortuna è stata che mia madre ha sempre continuato a parlare in inglese, quindi crescendo l'uso di entrambe le lingue è diventato abbastanza naturale. 


Ho avuto la fortuna di approdare alla Vintage fin dalla fondazione attraverso la mia amicizia con la fondatrice, il grande capo Daniela Mastropasqua, che ho sempre stimato come persona e come professionista. 

Mi ha infatti incaricata dell'onore di tradurre la primissima opera Vintage Editore, Un'insolita Mary, dandomi così quella possibilità di entrare nel mondo dell'editoria e della traduzione che mi era sempre stata negata. 


Grazie a lei e alla Vintage ho avuto la possibilità nel tempo di crescere professionalmente come traduttrice e di imparare tantissimo. Le sarò sempre grata per questa enorme occasione.



Quale consiglio daresti a tutti coloro che vorrebbero intraprendere il tuo stesso percorso professionale? 


Non credo di avere ancora la professionalità adeguata per poter dispensare consigli ma, molto umilmente, sulla base della mia esperienza personale, direi sicuramente di crederci. Se credete davvero in qualcosa, se siete davvero certi di ciò che volete dalla vita, un modo lo troverete. E se vi chiudono la porta in faccia, voi entrate dalla finestra! ;)





In una casa editrice il traduttore è spesso a contatto con altre figure professionali. Tra queste vi è anche l’editor.  Quali sono le difficoltà che si riscontrano in questo tipo di relazione, se ce ne sono? E a tal riguardo quali consigli daresti agli aspiranti editor e traduttori?


Il rapporto tra traduttore e editor è il rapporto per eccedenza, per come la vedo io. Da traduttrice posso dire che è proprio nel passaggio di raffronto con l'editor, dopo aver tradotto l'opera in solitaria e dunque nel momento della revisione del lavoro, che il traduttore ha davvero la possibilità di crescere, di fare tesoro di suggerimenti, correzioni e annotazioni che, se presi con il giusto spirito, diventeranno la più grande risorsa. 

Il mio rapporto con l'editor, Daniela, è sempre stato stimolante perché. Anche se amiche, quando si tratta di lavoro Daniela non si è mai risparmiata con me, nel bene e nel male, e anche di questo le sarò sempre grata. Se oggi mi sento una traduttrice preparata, lo devo solo a lei.


Qual è  la difficoltà più grande che un traduttore potrebbe riscontrare durante lo svolgimento del lavoro che gli è stato commissionato?


Questa è facile. Il genere che non ci piace, lo stile dell'autore che non combacia con il nostro modo di scrivere, la trama che non ci entusiasma. 

Sarebbe fantastico poter scegliere cosa tradurre, poter avete la possibilità di lavorare su testi che sono affini a noi (e io in questo sono stata molto fortunata con la Vintage - Grazie Dani!), ma non sempre è così. 

Quindi secondo me la difficoltà più grande è quella dello spirito di adattamento. Rendere al meglio una traduzione anche quando ci fa davvero faticare. E forse, quelle poi alla fine si rivelano essere le soddisfazioni più grandi.



Adesso passiamo all’argomento principale del nostro blogtour, ovvero il secondo volume de La sorella minore. Quali sono le maggiori difficoltà che hai riscontrato durante la traduzione? 


Mi riallaccio alla mia risposta precedente per questa. Nonostante io sia stata sempre fortunata con le opere che ho tradotto, la saga de La Sorella Minore è stata senza dubbio la mia più grande sfida. Chi ha letto le mie introduzioni lo sa bene! 

È stato un onore per me poter tradurre una saga come questa, sia per la discendenza dell'autrice sia per il fatto che l'opera stessa sia nata dall'idea originale della mia amata Jane Austen.

Ma la scrittura della Hubback... santo cielo quanto ho penato! Ore e ore di ricerche, frasi lette e rilette, scomposte e ricomposte. È stata una lotta continua. Ma, come dicevo, la soddisfazione alla fine è tanta.




Tra i tanti personaggi che animano le pagine del romanzo di Catherine Hubback chi ti ha conquistato un po’ di più rispetto agli altri e perché? 


Senza alcun dubbio Elizabeth. Ho sempre pensato a lei come a una giovane Mrs Bennet. Seppur bizzarra e a tratti imbarazzante, la sua energia e il suo temperamento la rendono unica e fuori dagli schemi convenzionali che ella stessa tanto si affanna a voler perseguire. I suoi dialoghi sono sempre carichi di umorismo ed è in eterna lotta tra compostezza e vitalità



Ora immagina di rivolgerti a quei lettori che ancora non conoscono  le avventure di Emma Watson. Potresti elencare loro tre motivi per scegliere di leggere i primi due volumi de La sorella minore?


Vediamo. 

Sicuramente per dovere morale nei confronti del grande genio di Jane Austen e della sua discendenza!!! Scherzi a parte. 

Che piaccia o no, Jane Austen è senza dubbio una penna che ha segnato la storia della letteratura e sapere che la Hubbsack hs portato avanti la sua eredità dandoci la possibilità di leggere ancora un po' delle sue idee credo sua già un gran motivo. 


Secondo, i volumi sono intrisi di storia e costume dell'epoca. La famosa etiquette che, non so voi, ma io non mi stanco mai di scoprire. 


Terzo. Beh, c'è da ammetterlo. La trama è deliziosa e chi mai non sarebbe curioso di scoprire il destino di una giovane donna di bell'aspetto strappata alla vita agiata, catapultata in una famiglia sconosciuta e subito contesa da due gentiluomini?


Ti ringrazio ancora per aver accettato di rispondere alle mie domande. Ti rinnovo i miei complimenti per l’ottimo lavoro che da sempre svolgi per la Vintage Editore. 


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